Scompariranno

Mentre in America imperversava la mania dei cruciverba, nel 1924 a Berlino Vladimir Nabokov pubblicava i primi cruciverba russi conosciuti (inizialmente chiamati kreslovitsa, poi krossvords) sul Rul, il giornale dei fuoriusciti fondato da suo padre. I cruciverba in stile americano hanno offerto a Nabokov un nuovo punto di vista; una definizione chiede, in assonanza con il primo cruciverba di Arthur Wynne, “Cosa accadrà ai bolscevichi”, e la risposta è Scompariranno.

Natan Last, Can Crosswords Be More Inclusive?, The New Yorker (25/12/2023). Nella foto Vladimir Nabokov.

L’immagine di una coppia coraggiosa che lavora umilmente la propria terra

I sorprendenti abiti dei modelli di Grant Wood non erano fatti in casa; li aveva ordinati da Sears, Roebuck & Co. a Chicago. E la finestra gotica che aveva attirato la sua attenzione? Neppure lei era il prodotto di una particolare cultura locale. Eldon esisteva da appena un decennio quando fu installata quella finestra. Anch’essa era stata ordinata per corrispondenza da Sears.
Qualunque fosse la provenienza degli abiti, l’immagine di una coppia coraggiosa che lavora umilmente la propria terra finì per rappresentare l’America rurale. Wood descrisse la coppia come dei “ferròtipi del mio album di famiglia” e, in effetti, i suoi genitori avevano coltivato un terreno in Iowa. Ma quel tipo di agricoltura segnò solo un breve periodo della storia della famiglia Wood. I suoi nonni materni erano albergatori, non agricoltori, e quelli paterni erano stati proprietari di schiavi della Virginia. Quando Wood aveva dieci anni, la sua famiglia lasciò la fattoria per la città di Cedar Rapids, dove Wood decise di diventare gioielliere.

Daniel Immerwahr, Beyond the Myth of Rural America, The New Yorker (16/10/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, Art Institute of Chicago) Grant Wood, American Gothic (1930).

Per rubare i frutti del loro lavoro

Il vero enigma storico è come mai in condizioni di salari elevati la schiavitù o la servitù della gleba non si siano sempre diffuse. Come ha sottolineato lo stesso Domar, la servitù della gleba in Occidente era più o meno scomparsa attorno al 1300 perché, date le tecnologie dell’epoca, l’Europa occidentale era sovrappopolata, il che a sua volta significava che i proprietari terrieri non dovevano preoccuparsi che i propri contadini e fittavoli potessero andarsene alla ricerca di affitti più bassi o salari più alti. Ma la peste fece precipitare le popolazioni e impennare i salari. In effetti in Gran Bretagna i salari reali raggiunsero in quel periodo livelli talmente elevati che solo attorno al 1870 sarebbero tornati a essere altrettanto alti.
Eppure la servitù della gleba non si reimpose, seppure per ragioni non del tutto chiare. Un’ipotesi è che tenere persone prigioniere per rubare i frutti del loro lavoro non sia così facile. (Le fughe dei servi erano un problema significativo in Russia, così come lo erano le fughe e le ribellioni degli schiavi in ​​America: il Secondo Emendamento era mirato in gran parte a facilitare il controllo sugli schiavi. Una ribellione di schiavi portò, nel 1848, all’emancipazione di St. Croix, dove il presidente Biden ha trascorso la sua ultima vacanza).

Paul Krugman, What the Civil War Was About, The New York Times (2/1/2024), traduzione L.V. Nella foto (Archivio storico delle economiste e degli economisti) Evsej Domar.

Un gioco che non aveva nessun altro

Cagliari 1947, mia sorella Graziella (1932 – 2015) ha preso il tifo, sta molto male. I rimedi tradizionali non fermano la malattia che la sta rapidamente consumando, ha solo quindici anni.
Ci sarebbe una possibilità: il comando alleato dispone dei primi antibiotici arrivati con i militari dall’America. Il padre Francesco Vozza, Primario di ginecologia e ostetricia all’Ospedale civile e professore all’Università di Cagliari, chiede e ottiene dal collega ufficiale medico delle forze armate americane alcune dosi per la figlia morente.
Il prezioso farmaco, mai visto e provato, si presentava così: una scatola di latta lucida grigio-verde, identica a quelle delle munizioni, lunga 20 cm, alta 10 e profonda uguale; conteneva 12 graziose boccettine su tre file. Mai visti dei flaconi così, un bel vetro chiaro trasparente, il tappo rosso di gomma con un circoletto al centro come un bersaglio, e il punto in rilievo dove affondare la siringa; attorno alla chiusura un anello di alluminio. Misteriose sigle su una piccola etichetta bianca, si capiva però il nome, nero e in grassetto: Penicillin.
Con questa cura, Graziella è migliorata rapidamente, la febbre si è attenuata poi cessata, il volto avvizzito e terreo ha via via recuperato un colore meno terribile. La scatola è rimasta in casa per tanti anni come una preziosa reliquia; con i flaconi vuoti, il fratellino piccolo ha trovato un gioco che non aveva nessun altro.

Giorgio Vozza (3/12/2023). Nella foto (archivio famiglia Vozza) Graziella Vozza nel 1945 al Poetto, a Cagliari, con il fratello Riccardo e il cugino Emilio, due anni prima di ammalarsi di tifo.

Contro coloro che hanno cercato di sequestrare l’anima di Israele

Come Biden, anch’io sto al 100% dalla parte di Israele e contro Hamas, perché Israele è un alleato che condivide molti valori con l’America, mentre Hamas e l’Iran sono contrari a ciò che l’America rappresenta. Questo è un calcolo abbastanza semplice per me.
Ma ciò che secondo me rende questa guerra diversa da qualsiasi guerra precedente è la politica interna di Israele. Negli ultimi nove mesi, un gruppo di politici israeliani di estrema destra e ultra-ortodossi guidati da Netanyahu ha platealmente cercato di sequestrare la democrazia israeliana. La destra religiosa e nazionalista dei coloni, guidata dal primo ministro, ha cercato di prendere il controllo del sistema giudiziario e di altre istituzioni chiave di Israele, eliminando il potere di controllo giurisdizionale della Corte Suprema del Paese. Questo tentativo ha aperto molteplici fratture nella società israeliana. Israele è stato incautamente portato dalla propria leadership sull’orlo di una guerra civile per un volo di fantasia ideologico. Queste fratture sono state notate dall’Iran, da Hamas e da Hezbollah, e potrebbero avere stimolato la loro audacia.
Se volete farvi un’idea di quelle fratture – e della rabbia vulcanica nei confronti di Netanyahu per il modo in cui ha diviso il Paese prima di questa guerra – guardate il video diventato virale in Israele due giorni fa quando Idit Silman, ministro del Likud durante il governo di Netanyahu, è stata buttata fuori dall’ospedale Assaf Harofeh di Tzrifin mentre era andata a fare visita ad alcuni feriti.
“Avete rovinato questo Paese. Andatevene da qui”, le ha detto un medico israeliano. “Non vi vergognate di avere provocato un’altra guerra?” le ha detto un’altra persona. “Ora tocca a noi”, si sente urlare il medico in un video pubblicato su X, precedentemente noto come Twitter, e riportato da The Forward. “Siamo noi a comandare. Governeremo qui – destra, sinistra, una nazione unita – senza di voi. Avete rovinato tutto!”
Israele ha subito un duro colpo ed è ora costretto a una guerra moralmente impossibile per sconfiggere Hamas e scoraggiare allo stesso tempo l’Iran e gli Hezbollah. Piango per le terribili morti che ora attendono tanti buoni israeliani e palestinesi. E mi preoccupa profondamente anche il piano di guerra israeliano. Una cosa è provocare la deterrenza degli Hezbollah e di Hamas. Altra cosa è sostituire Hamas lasciando qualcosa di più stabile e dignitoso. Ma cosa si può fare?
Alla fine, proprio come oggi mi schiero con il nuovo governo di unità nazionale israeliano nella sua lotta contro Hamas per salvare Israele, dopo questa guerra mi schiererò con i difensori della democrazia israeliana contro coloro che hanno cercato di sequestrare l’anima di Israele.

Thomas L. Friedman, Why Israel Is Acting This Way, The New York Times (14/10/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, World Economic Forum) Thomas Friedman.

E generavano bambini pelosi

In storie tramandate un po’ ovunque nel mondo, dalla Siberia alla Lapponia, dalle pianure dell’Ovest americano alle foreste del Vietnam, c’erano persone che discendevano dagli orsi, o orsi che discendevano da persone, o persone e orsi che si sposavano e generavano bambini pelosi. “Quale altro animale oltre all’orso occupa tanto spazio nell’immaginazione umana?” si chiedeva Bernd Brunner nel suo vivace libro dal titolo “Uomini e orsi: una breve storia” (Bollati Boringhieri, 2010). Fino al Medioevo avanzato alcuni nobili europei sostenevano di discendere dagli orsi. “In alcuni racconti”, riferisce misteriosamente Brunner, “gli esseri umani erano diventati orsi in seguito a sfortunati episodi di arrampicate sugli alberi”.
C’è qualcosa di sconcertante negli orsi, come se fossero uomini selvaggi o persone travestite da orsi. Possono camminare in posizione eretta. Sono molto intelligenti. Usano le zampe come mani. Le loro impronte somigliano alle nostre. Sono onnivori come noi. Ho letto che un orso scuoiato ricorda sinistramente un essere umano. Non ho mai osato cercarlo su Google. (Ne ho visto uno nel gioco “Red Dead Redemption 2” e mi è bastato). Ma fino a non molto tempo fa una percentuale considerevole di esseri umani non avrebbe avuto bisogno di un’immagine per sapere che aspetto avesse un orso senza pelle.

Jill Lepore, The Bear in Your Back Yard, The New Yorker (24/7/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un orso nero americano seduto.

Ed è terrificante

Continuo a credere che la concentrazione della ricchezza al vertice stia minando la democrazia. Ma non è una semplice faccenda di governo plutocratico. È, piuttosto, una vicenda in cui i tentativi dei super ricchi di ottenere ciò che vogliono hanno scatenato forze che potrebbero distruggere l’America così come la conosciamo. Ed è terrificante.

Paul Krugman, Plutocratic Power and Its Perils, The New York Times (17/4/2022), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) Paul Krugman.

Che significa punta

Comunemente chiamate mimose, le acacie formano un genere (Acacia) di oltre mille specie, originarie prevalentemente di Australia, Africa e America. Qui si trova una collezione di circa ottanta specie, le cui fioriture cominciano a dicembre con le australiane e finiscono in estate con le africane (come A. karroo) e le americane.
Il nome del genere deriva dalla radice celtica “Ac”, che significa punta (da cui in latino acus, ago, e acutus, pungente o acuto), con riferimento alle spine portate da molte specie.

Giardini Botanici Hanbury, Ventimiglia (19/2/2023), foto L.V.

Nessuna sirena

Nel 1933 Auguste Piccard aveva fatto un viaggio in America, e lì aveva cenato con vari luminari delle esplorazioni. Seduto accanto ad Amelia Earhart e a Charles Lindbergh, aveva tirato fuori il suo regolo calcolatore per convertire i chilometri in miglia. Era presente anche William Beebe, che, in una capsula sottomarina ancorata, era sceso nell’oceano a una profondità di oltre 900 metri. Beebe aveva chiesto a Piccard cosa avesse visto “lassù”.
“Niente angeli”, aveva risposto Piccard. “Tu che cosa hai visto?”
“Nessuna sirena”.

Ben Taub, Bertrand Piccard’s Laps Around the World, The New Yorker (8/12/2022), traduzione L.V. Nell’immagine (Wikipedia, German Federal Archives) il professor Auguste Piccard, a sinistra, e il suo accompagnatore, ingegner Kipfer, con i loro caschi realizzati a partire da cestini, davanti al pallone aerostatico, pronti per il volo stratosferico a 16.000 metri di quota (1930).

Si era stupito che il gas avesse cotto la sua cena

La luce a gas che illuminava Liverpool – il gas prodotto dal carbone – affascinava Audubon. Non aveva ancora visto la luce a gas in America, sebbene Baltimora avesse iniziato a installare l’illuminazione stradale a gas nel 1816 dopo che Rembrandt Peale l’aveva introdotta nel museo in cui operava e aveva colpito i padri fondatori della città per la sua utilità. Lafayette nel suo tour trionfale si era meravigliato che la città di Fredonia, New York, fosse illuminata con il gas naturale del primo pozzo americano. Si era stupito che il gas avesse cotto la sua cena. Il nuovo mercato di Liverpool, aveva osservato Audubon, ospitato in “un edificio grande, alto e lungo, diviso in cinque ampie corsie, ciascuna con i propri prodotti specifici”, era così ben illuminato a gas “che questa sera alle 22 ho potuto vedere chiaramente i colori degli occhi dei piccioni vivi in ​​gabbia”.

Richard Rhodes, John James Audubon, Vintage (2006), traduzione L.V. Nella foto (Buffalo News) il sito del primo pozzo di gas negli Stati Uniti, a Fredonia, nello stato di New York.