Paragonare un adiuvante a un amico estroverso

Da quando SARS-CoV-2 e Covid-19 hanno condizionato la vita di quasi ogni persona sul pianeta, non sorprende che “Vaccines in the Global Era” sia stato aggiornato, dalla prima edizione del 2009, per includere nuove informazioni che arrivano a coprire i rapidi sviluppi, avvenuti nella scienza dei vaccini, durante la pandemia di Covid-19. Partendo dalla storia delle epidemie e dello sviluppo dei vaccini, il libro offre una panoramica concisa ma completa delle diverse tecnologie attualmente in uso. Mi è particolarmente piaciuta l’idea di paragonare un adiuvante a un amico estroverso che aiuta a far riconoscere un antigene un po’ timido. Vengono inoltre fornite spiegazioni dei motivi per cui è così difficile sviluppare vaccini efficaci contro i “quattro grandi killer”, ossia HIV, malaria, tubercolosi ed epatite C, e del perché i vaccini contro l’influenza debbano essere somministrati ogni anno. Scritto per lettori non esperti, il libro è un’introduzione eccellente e stimolante al sistema immunitario e ai vaccini in generale, nonché all’uso delle vaccinazioni durante una pandemia.

Dame Sarah Gilbert, Said Professor of Vaccinology, Università di Oxford, Recensione a Rino Rappuoli, Lisa Vozza, “Vaccines in the Global Era – How to Deal Safely and Effectively with the Pandemics of Our Time”, World Scientific (2022), traduzione L.V. Nella foto, Dame Sarah Gilbert.

Per colorare di giallo le vetrate

Non più di un secolo fa c’era un caffè in cima al Duomo, dove i milanesi si incontravano per socializzare e fare pettegolezzi. A terra, gli operai che lavoravano alla costruzione della cattedrale avevano scoperto che lo zafferano da loro utilizzato per colorare di giallo le vetrate poteva avere un impiego secondario: dare sapore al risotto che veniva cucinato in grandi pentoloni per il pranzo, un piatto oggi noto come risotto alla milanese.

Elisabetta Povoledo, A High-Maintenance Relationship for 637 Years, but Milan’s Duomo Is Still Adored, The New York Times (19/2/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) l’abside del Duomo di Milano.

Allora dovreste leggere questo libro

Da quando SARS-CoV-2 e Covid-19 hanno condizionato la vita di quasi ogni persona sul pianeta, non sorprende che ci sia un grande bisogno di sapere di più sui vaccini e sulle malattie infettive. Abbiamo l’abitudine di cercare informazioni guardando la televisione e leggendo i giornali, dove dipendiamo dall’esperienza dei giornalisti per interpretare questioni scientifiche complesse. Inoltre ci informiamo sui social media, dove siamo estremamente vulnerabili a opinioni errate o fuorvianti. Questo libro, scritto da Rino Rappuoli e Lisa Vozza, porta ai lettori la conoscenza di veri esperti di vaccini, immunologia e malattie infettive, aiutandoli a progredire dalla storia antica fino alle complessità di come funzionano gli anticorpi, cosa fa la PCR, cos’è un vaccino a mRNA, e come si crea un vaccino. Se volete saperne di più sui vaccini – come funzionano, come sappiamo che sono sicuri, e tante altre domande in un momento in cui tutti si sentono esperti di vaccini (ma non lo sono), allora dovreste leggere questo libro.

David Salisbury, Associate Fellow, Program for Global Health, Royal Institute of International Affairs, Chatham House, Londra, Recensione a Rino Rappuoli, Lisa Vozza, “Vaccines in the Global Era – How to Deal Safely and Effectively with the Pandemics of Our Time”, World Scientific (2022), traduzione L.V. Nella foto, David Salisbury a un convegno sui vaccini a Siena nel 2014.

Oltre il catastrofico

Finora le temperature globali medie sono aumentate di 1,1 gradi Celsius — o 2 gradi Fahrenheit — e il budget di emissioni di carbonio per un aumento fino a 1,5 gradi Celsius è quasi esaurito. Quanto farà caldo? Le temperature saliranno di 2 gradi Celsius? 2,5? 3? In un articolo pubblicato alcuni anni fa da Veerabhadran Ramanathan, climatologo presso la Scripps Institution of Oceanography, e da Yangyang Xu, della Texas A&M University, avevano definito “pericoloso” un aumento della temperatura di 1,5 gradi, “catastrofico” un aumento di 3 gradi, e “sconosciuto, ossia oltre il catastrofico” un aumento di 5 gradi.

Elizabeth Kolbert, Climate change from A to Z, The New Yorker (28/11/2022), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) Elizabeth Kolbert.

Abbandonare coloro che non muoiono abbastanza in fretta

Negli anni Settanta Lynn ha lavorato in uno dei primi hospice degli Stati Uniti. All’epoca la maggior parte dei pazienti era malata di cancro e moriva nel giro di poche settimane; le indicazioni sul massimo di sei mesi di ricovero era stata originariamente pensata per questo tipo di esigenze. Oggi la maggior parte dei pazienti degli hospice soffre di patologie croniche, tra cui malattie cardiache e demenze. Inoltre alcuni di loro, indipendentemente dal fatto che abbiano davanti sei mesi o sei anni di vita, dipendono dall’hospice per le cure domiciliari e altri servizi alla persona che altrimenti non sarebbero disponibili. Tuttavia, dato il sistema attuale, via via che il numero di pazienti con prognosi ambigue aumenta, i fornitori di questi servizi (inclusi quelli etici) sono sotto pressione finanziaria per abbandonare coloro che non muoiono abbastanza in fretta. È una tipica mancanza di immaginazione americana il fatto che le persone che soffrono di un declino terribile ma imprevedibile vengano date per morte e abbandonate in fin di vita.

Ava Kofman, How Hospice Became a For-Profit Hustle, The New Yorker (5/12/2022), traduzione L.V.

Un miliardo di persone potrebbe essere in movimento

Una delle tante ingiustizie che aggravano i cambiamenti climatici è che i costi più alti saranno sostenuti da coloro che hanno contribuito meno al problema. Diverse nazioni insulari poco elevate, tra cui Tuvalu e Kiribati, sono destinate semplicemente a scomparire. In Bangladesh ogni giorno arrivano nella capitale Dhaka circa duemila persone, molte spinte dalle tempeste o dall’innalzamento del livello del mare che hanno reso difficile la vita nei villaggi. In Pakistan, la scorsa estate, le inondazioni causate da piogge monsoniche sovraccariche hanno ucciso un migliaio di persone e ne hanno costrette altre seicentomila in campi di accoglienza.
Nel 2016 l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati stimava che, a livello globale, 21 milioni di persone sarebbero state mediamente sfollate ogni anno a causa di eventi meteorologici. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite ha previsto che entro il 2050 un miliardo di persone potrebbe essere in movimento. Nei prossimi decenni “enormi masse di popolazione dovranno cercare nuove case”, ha scritto Gaia Vince, una giornalista britannica. E voi o “sarete tra questi, o tra quelli che li accoglieranno”.

Elizabeth Kolbert, Climate change from A to Z, The New Yorker (28/11/2022), traduzione L.V. Nella foto (Wondering Gaia) Gaia Vince.

Una donna di nome Sophie Wolfe

Negli anni Paul Berg aveva spesso ricordato i suoi giorni da studente alla Abraham Lincoln High School di Brooklyn, dove è iniziato il suo percorso di una vita dedicata alla scienza. Aveva in particolare dato credito alla responsabile della stanza in cui erano conservati i materiali del dipartimento di scienze della scuola, una donna di nome Sophie Wolfe.
“Il suo amore per i giovani e l’interesse per la scienza l’avevano portata ad avviare un programma di club scientifici pomeridiani al di fuori dell’orario scolastico”, aveva scritto il Dr. Berg in un breve profilo autobiografico per il comitato Nobel. “Anziché rispondere alle domande che le ponevamo, ci incoraggiava a cercare da soli le soluzioni, per trovare le quali il più delle volte iniziavano dei mini progetti di ricerca. A volte ciò comportava fare degli esperimenti nel piccolo laboratorio che lei teneva, mentre altre volte andavamo a cercare le risposte in biblioteca”.
“La soddisfazione che derivava dall’avere risolto un problema con un esperimento era un’esperienza piuttosto inebriante, da dare quasi assuefazione”, aveva continuato. “Guardando indietro, mi rendo conto che nutrire la curiosità e l’istinto a cercare soluzioni è forse il contributo più importanti che un’educazione può dare. Con il tempo, molti dei fatti che ho appreso allora sono stati dimenticati, ma non ho mai perso l’entusiasmo della scoperta”.

Don R. Hecker, Paul Berg, Nobel-Winning Pioneer of Genetic Engineering, Is Dead at 96, The New York Times (21/2/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) Paul Berg.

Un disastroso numero di disastri

La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) monitora i disastri meteorologici che negli Stati Uniti provocano danni per oltre un miliardo di dollari. Secondo la NOAA, negli anni Ottanta gli Stati Uniti hanno subito una media di tre disastri di questo livello per anno. Negli anni Novanta la media è stata di cinque all’anno; negli anni Duemila, di sei; e negli anni 2010 è balzata a dodici (le cifre sono state adeguate all’inflazione). Nel 2020 il record è stato di ventidue disastri nel Paese che sono costati più di un miliardo di dollari. Il 2022 è sulla buona strada per eguagliare tale record, con quindici disastri di questo tipo registrati fino a ottobre, incluso l’uragano Ian, che probabilmente si rivelerà essere una delle tempeste più costose della storia americana. Adam B. Smith, un ricercatore della NOAA, ha scritto che un disastroso numero di disastri “sta diventando la nuova normalità”. L’aumento è in parte dovuto al fatto che più persone vivono in aree a rischio, come le pianure alluvionali. Ma dipende anche sempre più dai cambiamenti climatici.

Elizabeth Kolbert, Climate change from A to Z, The New Yorker (28/11/2022), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un’immagine satellitare dell’uragano Ian.

Le zanzare si sono spostate

Negli ultimi cento anni le zanzare che trasmettono la malaria nell’Africa sub-sahariana si sono spostate ad altitudini più elevate, salendo di circa 6,5 ​​metri all’anno, e si sono allontanate dall’equatore di 4,7 chilometri all’anno, secondo i risultati di uno studio recente.
Gli autori hanno dichiarato che tale ritmo è coerente con i cambiamenti climatici e potrebbe spiegare perché l’area di estensione della malaria si sia ampliata negli ultimi decenni. I risultati hanno serie implicazioni per i Paesi che non sono preparati ad affrontare questa malattia.

Apoorva Mandavilli, How Climate Change Is Spreading Malaria in Africa, The New York Times (14/2/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, Centers for Disease Control and Prevention’s Public Health Image Library – PHIL) una zanzara Anopheles dopo una puntura.

È come una sepsi

Il corpo umano reagisce a tali temperature sudando e convogliando più sangue verso la pelle. I problemi sorgono quando le persone si disidratano, o i loro cuori vengono sovraccaricati, o l’umidità è così soffocante che non riescono a dissipare abbastanza calore. Gli anziani sono particolarmente vulnerabili allo stress da caldo, mi ha detto Josh Foster, perché sudano meno dei giovani e il loro cuore non pompa in modo altrettanto efficiente. (L’umidità impedisce l’evaporazione del sudore, motivo per cui il caldo umido estremo è così pericoloso). Una conseguenza dell’esposizione prolungata al calore può essere una specie di avvelenamento del sangue.
“L’aumento del flusso sanguigno verso la pelle comporta che meno sangue viene diretto verso l’intestino”, ha spiegato Foster. “E se ciò accade per un tempo sufficientemente lungo, si possono danneggiare le cellule che rivestono l’intestino, permettendo ai batteri che vi sono normalmente alloggiati di fuoriuscire. Di fatto è come una sepsi”. L’ondata di caldo che ha colpito gran parte d’Europa la scorsa estate si stima che abbia ucciso più di quindicimila persone.

Elizabeth Kolbert, Climate change from A to Z, The New Yorker (28/11/2022), traduzione L.V. Nella foto (Texas Health) Josh Foster.