In un giorno 112 idee

Young_Thomas_EdisonNel corso della sua esistenza Edison brevettò 1093 diverse invenzioni, un numero da record. In un solo giorno del 1888 scrisse 112 idee; in media, lungo la sua vita adulta, ha brevettato un oggetto ogni 11 giorni circa. Tra queste, la lampadina e il fonografo, ovviamente, ma anche il kinetoscopio, il dittafono, la batteria alcalina e il contatore elettrico. Inoltre: un estrattore di linfa, una bambola parlante, il più grande frantumatore di rocce del mondo, una penna elettrica, una macchina per conservare la frutta e una casa a prova di tornado.

Casey Cep, The Real Nature of Thomas Edison’s Genius, The New Yorker (21/10/19), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) Thomas Edison da ragazzo.

 

 

Cinque porzioni al giorno

Canestra_di_frutta_(Caravaggio)Nel 1991 il National Cancer Institute verificò che solo l’8 per cento degli americani era a conoscenza della raccomandazione di mangiare almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno. Fu lanciata una campagna di informazione nazionale: “5 a Day for a Better Health” (Cinque porzioni al giorno per una migliore salute). Sei anni dopo, il 39 per cento degli americani era a conoscenza delle cinque porzioni al giorno, con un aumento di quasi cinque volte, ma la diete non si erano quasi modificate. Nel 2007 i funzionari governativi ci hanno riprovato, lanciando il programma “Fruits & Veggies — More Matters” (Frutta & verdura – di più è importante). Ciononostante, nel 2018 solo il 12 per cento degli americani ha mangiato quotidianamente le due porzioni di frutta raccomandate e solo il nove per cento ha mangiato le tre porzioni di verdura. Semplicemente informare su ciò che è salutare non funziona, perché gran parte della nostra alimentazione, di come cuciniamo e facciamo la spesa, è governata dalle abitudini.

Jerome Groopman, Can Brain Science Help Us Break Bad Habits?, The New Yorker (28/10/19), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia), Caravaggio, Canestra di frutta, ca. 1599, Milano, Pinacoteca Ambrosiana.

I camion a guida autonoma saranno perfetti per il PIL

1024px-T-podDobbiamo smettere di negare l’evidenza degli effetti dell’automazione sulla gente e concentrarci piuttosto su soluzioni per questi problemi che siano adeguate al ventunesimo secolo. Guardare soltanto l’andamento del prodotto interno lordo, del mercato azionario e della disoccupazione è un modo di misurare l’economia da ventesimo secolo. I camion a guida autonoma saranno perfetti per il PIL, ma saranno terribili per milioni di camionisti.
I numeri della nostra economia devono misurare ciò che conta per la gente. Sappiamo che i prezzi del mercato azionario non significano molto per il 78% dei lavoratori che in questo Paese sopravvive a malapena con i soldi dello stipendio, né per il 40% dei lavoratori a cui basta una bolletta di più di 400 dollari per andare in bancarotta.

Andrew Yang, Yes, Robots Are Stealing Your Job, The New York Times (14/11/19), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un prototipo di camion a guida autonoma.

 

 

Non defeca e non urina

Black_Bear_in_Alaska_(1750394833)Quando un orso va in letargo, il suo tasso metabolico e il suo battito cardiaco diminuiscono significativamente. Non defeca e non urina. La quantità di azoto nel sangue aumenta rapidamente, senza danneggiare i reni o il fegato. L’animale diventa resistente all’insulina, ma non soffre di fluttuazioni della concentrazione di zucchero nel sangue.
Un essere umano in queste condizioni, ogni anno per diversi mesi per volta, potrebbe facilmente ammalarsi di diabete, obesità, osteoporosi, atrofia muscolare o peggio. Invece l’orso riemerge ogni primavera in ottima forma, solo un po’ intontito.
“Anche quando gli orsi sono molto grassi, la loro è un’obesità sana”, ha dichiarato Brian Barnes, che studia il letargo degli orsi neri in Alaska. “Non soffrono delle stesse malattie che si verificano negli esseri umani”.

Devi Lockwood, Hibernation Works for Bears. Could It Work for Us, Too?, The New York Times (15/11/19), traduzione L.V.

Quanti casi di malaria, villaggio per villaggio

global-fund_2019_inline-7_malaria-incidence-rate_800x450_v1Nel 2002, l’anno in cui è stato lanciato il Global Fund, è stata pubblicata la prima sequenza del genoma della zanzara Anopheles. All’epoca non avevamo nemmeno una stima affidabile di quante persone morissero di malaria nel mondo.
Adesso invece sequenziamo ogni anno migliaia di genomi delle zanzare che trasmettono la malaria e in alcuni Paesi sappiamo esattamente quanti casi di malaria ci sono villaggio per villaggio. Ecco un esempio: una mappa dell’incidenza della malaria in Zambia.

Bill Gates, The world is uniting to help this group – They’ll be saving 14,600 lives every day, Gates Notes (11/10/19)

I papaveri erano fioriti improvvisamente

Poppy2004JAMES WEARN: Ci fu questo fenomeno che si verificò durante la Prima guerra mondiale, con i papaveri che erano fioriti improvvisamente nei campi di battaglia nelle Fiandre. La Prima guerra mondiale fu il primo conflitto meccanizzato, e le bombe e i proiettili dell’artiglieria esplodevano dappertutto rivoltando i terreni. La questione chiave sta nella biologia dei semi di papavero: i baccelli contengono migliaia di minuscoli granelli che restano dormienti finché non sono esposti alla luce. Se risiedono al buio, sotto diversi strati di terreno, non germogliano, ma appena il campo viene arato o accade qualcos’altro, per esempio esplode una bomba, il terreno è rivoltato e i semi sono esposti alla luce, il che che dà il via al rilascio dei granelli, alla germinazione e alla crescita. Questa è la ragione per cui durante la Prima guerra mondiale si verificò il fenomeno della crescita improvvisa dei papaveri nei campi di battaglia.

James Wearn (Kew Gardens) intervistato in Natural Histories: Poppies, BBC 4 (8/11/9), traduzione L.V.

Purché fossero facce di pecore

Flock_of_sheepHANNA FRY: Fin dalla nascita il nostro cervello è attrezzato per individuare e riconoscere i volti, compresi quelli di altre specie. Dall’età di tre mesi i bambini iniziano a raffinare la propria capacità di riconoscimento sul tipo di facce che vedono più di frequente.
SOPHIE SCOTT: Una delle cose che il cervello fa è cercare un significato nelle cose che percepisce. Vediamo facce negli oggetti perché le facce per noi sono molto importanti. Lo stesso vale per le persone che vedono fenomeni religiosi nelle cose: è perché la religione è per loro molto rilevante. Io non vedo il volto di Cristo sulla fetta di pane tostato perché non è ciò che cerco: per me non ha lo stesso significato.
C’è un caso molto famoso, riportato da una psicologa che si chiama Jane McNeil. Un suo paziente aveva un problema per cui non riusciva più a riconoscere i volti. Aveva una prosopagnosia acquisita, credo in seguito a un ictus, ma poteva ancora distinguere le pecore. Era un allevatore di pecore, ed era ancora in grado di riconoscere singolarmente le facce, purché fossero facce di pecore.

Sophie Scott intervistata nella trasmissione: Stephen Fry’s Identity Crisis, The Curious Cases of Rutherford & Fry, Series 14, BBC 4 (13/11/19), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un gregge di pecore.

Una semplice barriera tra uomini e insetti

Distributing_Zanzira_bed_nets_in_Amhara_State_(41559680760)Credo che il modo migliore di iniziare sia con la storia delle zanzariere da letto. Sono un’invenzione molto antica. Lo storico greco Erodoto scrisse di come gli egiziani che vivevano sulle rive del fiume Nilo pescassero con le loro reti di giorno e poi vi dormissero sotto di notte per tenere lontane le zanzare che trasmettevano la malaria.
Questo accadeva nel V secolo a.C. La prevenzione della malaria è poi rimasta sostanzialmente uguale per qualche migliaio d’anni in molte parti del mondo: una semplice barriera tra uomini e insetti.

Bill Gates, The world is uniting to help this group, Gates Notes (11/10/19), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) una donna in Etiopia stende una zanzariera che ha ricevuto.

Le lepri strafatte

OLYMPUS DIGITAL CAMERALIA LEENDERTZ: Nel XIX secolo il papavero da oppio era così diffuso che gli agricoltori inglesi tentarono di coltivarlo in proprio.
JOE CRAWFORD: In ogni negozio di alimentari, ogni bottega di paese, spesso al pub si vendevano pillole di oppio o laudano, e c’erano persino tentativi di coltivare papaveri da oppio in Gran Bretagna per ridurre la dipendenza del Paese dall’importazione dall’Egitto e dalla Turchia.
LIA LEENDERTZ: Hanno avuto successo?
JOE CRAWFORD: Tristemente no, perché i primi papaveri ​​da oppio coltivati ​​in Gran Bretagna sono stati mangiati da un’invasione di lepri che hanno divorato l’intero raccolto. A crederci, pare che le lepri strafatte abbiano vagato per settimane per viottoli e stradine.

Joe Crawford intervistato da Lia Leendertz in Natural Histories: Poppies, BBC 4 (8/11/19), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un campo di papaveri da oppio in Afghanistan.