Bella come un cipressetto

È il Rio San Luigi: in mezzo ai sassi grigi di questo Rio scorre il confine. Proprio alla foce c’è un ponticello, e in mezzo a questo, ecco una specie di muretto di cemento, perpendicolare, al mare, si tratta di un muretto cavo, pieno di terra, dove rosseggia una fila di gerani. A destra, in alto, la villa di Voronoff: di fronte, la montagna, il Passo della morte, il Salto della Morte; a sinistra, sul mare, la prima bagnante, una giovincella olandese, bella come un cipressetto.

Pier Paolo Pasolini, La lunga strada di sabbia, Guanda (2017). Nella foto (Wikipedia) villa Voronoff a Grimaldi.

Tra le rovine con pane, formaggio e fichi secchi

Trascorremmo a Paestum l’intera giornata, pranzando tra le rovine con pane, formaggio e fichi secchi di Taranto comprati a Salerno. Al tramonto, il quadro era stupendo. I monti del golfo di Salerno e le montagne calabre risplendevano in tutti i bagliori della sera – purpurei, dorati, lilla, blu e rosa. La pallida fiamma arancione degli ultimi raggi lambiva le colonne e si stemperava nelle sfumature verdognole del cielo primaverile. Attorno regnava una quiete profonda. In quello stesso modo, sui templi erano passati interi millenni.

Pavel Muratov, Immagini dell’Italia, II, traduzione di Alessandro Romano, Adelphi (2021). Nel disegno (Wikipedia) William Stanley Haseltine, tempio di Ceres a Paestum, 1858.

Non ho mai avuto un’idea separata dalla forma

Quando devo cominciare un’opera, sento quel che ho dentro di me, ma non lo so. Più che un’ispirazione, ho un desiderio. Con la matita o col carbone non potrei cercare di definirlo; ci riesco qualche volta, di rado, per un bassorilievo o una medaglia. Ma per una statua, per un gruppo, per un monumento ho bisogno della creta, del bel monte di creta sul mio trespolo. Non ho mai avuto un’idea separata dalla forma.

Leonardo Bistolfi a Ugo Ojetti (1911), Museo civico e Gipsoteca Leonardo Bistolfi, Casale Monferrato. Nella foto (L.V.), Leonardo Bistolfi, Il fantasma di Garibaldi, 1912-1918, gesso preparatorio per il monumento a Giuseppe Garibaldi (Savona), Museo civico e Gipsoteca Bistolfi, Casale Monferrato.

Terribile a dirsi

La febbre edilizia sembra una malattia cronica della nuova Italia dei parlamenti e delle municipalità. A Roma i nuovi quartieri spuntano con una rapidità che difficilmente si può giustificare alla luce di qualsivoglia urgenza. Nel contempo la parte vecchia della città tiene sulle spine i progressisti, animati da fervore industriale. Persino in piazza di Spagna si cominciano ad abbattere case e, terribile a dirsi, per avere una prospettiva sull’insulso Palazzo di Giustizia si valuta di aprire in tempi brevi una breccia nel pittoresco fronte di piazza Navona!

Pavel Muratov, Immagini dell’Italia, II, traduzione di Alessandro Romano, Adelphi (2021). Nella foto (Wikipedia) Piazza navona, circa 1890-1900.

E s’appiatta la piazza razza

Come all’opera lenti si spengono i lumi,
così a notte le cupole calano come meduse di volume,
così si stringe, avvitandosi, la calle anguilla,
e s’appiatta la piazza razza.
E coglie pettini caduti da capelli
cotonati di donna per le proprie figlie
Nereo, ma lascia intatte tutte le perle gialle
dei lampioni stradali.

Iosif Brodskij, Strofe veneziane (I), in La forma del tempo, a cura di Matteo Campagnoli, RCS (2012)

La sua fantasia

Ciò che lo attirava del mondo classico era la maestà non tanto della creazione, quanto della devastazione. La sua fantasia era sensibile non all’opera dell’uomo, ma all’azione del tempo su di essa. Nello spettacolo di Roma egli vedeva soltanto l’aspetto tragico delle cose: ecco perché la raffigurò ancora più grandiosa di quanto fosse mai stata nella realtà.

Pavel Muratov, Immagini dell’Italia, II, traduzione di Alessandro Romano, Adelphi (2021). Nella foto (Wikipedia) Giovanni Battista Piranesi, Rovine d’una Galleria di Statue nelle Villa Adriana a Tivoli (1748-1774).

Valle del Pussino

La storia è fatta dall’opera dell’uomo, da una società organizzata, dalla legge, dall’ambizione e dalla ricchezza. Ma la Campagna non ha mai conosciuto nulla di tutto ciò. Dopo i baroni medioevali essa fu popolata dai briganti, contro i quali i papi del XVI secolo condussero una lotta lunga e tenace, segnata da imprese e passioni fuori dal comune. Imprese e passioni di questo tipo, tuttavia, non vengono registrate nelle pagine di storia. Nel XVII e XVIII secolo, quando i briganti erano stati vinti e domati, la Campagna divenne terra promessa degli artisti. Poussin trascorreva intere giornate in una valletta oltre ponte Molle, che ancora porta il nome di valle del Pussino.

Pavel Muratov, Immagini dell’Italia, II, traduzione di Alessandro Romano, Adelphi (2021). Nella foto (Wikipedia, J. Paul Getty Museum) Nicolas Poussin, Paysage par temps calme, circa 1651.

Tracciare forme di oggetti che esistevano solo nella sua mente

Dalla lettera di van Langren trascorsero altri centocinquanta anni prima di ulteriori significativi progressi nella visualizzazione dei dati. Ciò avvenne grazie a un libro, del 1786, dell’ingegnere scozzese William Playfair. Il libro, “The Commercial and Political Atlas”, non conteneva neanche una carta geografica convenzionale, nonostante il titolo. Mostrava piuttosto la notevole capacità di Playfair di tracciare forme di oggetti che esistevano solo nella sua mente, imponendosi così nella storia dei grafici di dati. Playfair ci ha infatti fornito il grafico a linee di una serie temporale, il grafico a barre e, infine, il grafico a torta, praticamente l’intera suite di opzioni per grafici di Excel.

Hannah Fry, When Graphs Are a Matter of Life and Death, The New Yorker (21/6/2021), traduzione L.V. Nell’immagine (Wikipedia), un grafico a torta, elaborato da William Playfair, mostra le proporzioni delle parti dell’impero turco situate in Asia, Europa e Africa, prima del 1789.

Le loro irrequiete silhouette barocche

Le statue di San Giovanni in Laterano, costrette in movimenti tragici, stagliano contro il cielo le loro irrequiete silhouette barocche. E dalla strada appena percorsa un pino, meraviglioso albero di Roma, spalanca la sua corona arabescata nel cielo dorato.

Pavel Muratov, Immagini dell’Italia, II, traduzione di Alessandro Romano, Adelphi (2021). Nella foto (viene da qui) un particolare di San Giovanni in Laterano.