Cos’è questa roba nera, si mangia?

L’aereo ripassò un’ultima volta, come per dare ancora un saluto; Clé non avrebbe più dimenticato l’immagine d’uno sportello aperto e d’un militare in camicia che si teneva aggrappato con una mano a qualcosa, mentre agitava l’altro braccio in segno di simpaticissimo evviva. Poi tutto sparì.
Gli ex detenuti si trovarono di fronte a una tempesta di scatolette, vestiti, biscotti, pacchi e involti d’ogni genere, oltre a sigari e sigarette nei loro involucri colorati; era un supermercato intero scaraventato tra i cespugli, sugli alberi, tra l’erba. Dopo quasi due anni di miseria, di fame, di conti fatti a base di chicchi di riso e di singoli fagioli, tenuti da parte come pietre preziose, ecco il paese di bengodi, ecco l’America nella piena favolosa delle sue ricchezze, ecco generosità e magnificenza leggendarie!
Nessuno sapeva da dove cominciare a contare, cosa raccattare prima, se fermarsi ad aprire qualche scatoletta d’ananas o di crema o se racimolare tutto con moderazione degli istinti, e portare tanta dovizia a casa. Le bambine, come impazzite di gioia, danzavano con tavolette di cioccolato in mano, chiedendo: “Cos’è questa roba nera, si mangia?” Era la prima volta che vedevano la ghiotta sostanza. Poi Dafni corse subito a far assaggiare “le delizie cioccolatose” a Keiko, una delle “figlie del tempio”, che aveva la sua stessa età ed era diventata la sua amica del cuore.

Fosco Maraini, Case, amori, universi, La nave di Teseo (2019). Nella foto (Fosco Maraini) Topazia Alliata e Dacia, Yuki, Toni Maraini a Nagoya.

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