Il suono più forte della storia moderna

Molti libri sui rumori menzionano il vulcano indonesiano Krakatoa che, nell’agosto del 1883, emise quello che viene comunemente considerato il suono più forte della storia moderna. L’eruzione fu udibile fino a quasi cinquemila chilometri di distanza. Il capitano di una nave britannica, che si trovava a circa quaranta miglia da lì, aveva scritto: “Le esplosioni sono così violente, che i timpani di oltre metà del mio equipaggio si sono rotti. I miei ultimi pensieri sono per la mia cara moglie. Sono convinto che il Giorno del Giudizio sia arrivato”.

Alex Ross, What Is Noise?, The New Yorker (22-29/4/2024), traduzione L.V. Nella foto (Biblioteche dell’Università di Leida) l’eruzione del vulcano di Krakatoa nel 1883.

Da generare il primo tornado di fuoco

Alla fine degli anni Novanta alcuni scienziati iniziarono a esaminare alcune immagini satellitari con nubi insolite, riprese sopra l’Australia e altrove. Il meteorologo Michael Fromm aveva ipotizzato che le nubi potessero essere collegate alla forza convettiva di giganteschi incendi in corso sotto di loro. In seguito i ricercatori hanno confermato che incendi particolarmente potenti possono causare non solo nuvole di pirocumuli, ma vaste tempeste di fuoco, chiamate colonne di pirocumulonembi. Create dalle fiamme a livello del suolo, le colonne sono sufficientemente alte da generare fulmini e le loro correnti d’aria sono così forti che possono lanciare particelle di fumo nella stratosfera, dove tipicamente volano gli aerei di linea. “Alcuni si sono messi a ridere quando abbiamo cercato di spiegare loro cosa pensavamo stesse accadendo”, mi ha detto Fromm. Gli scettici credevano che “se c’era dell’aerosol nella stratosfera, doveva essere a causa di un vulcano”.
Da allora, colonne di pirocumulonembi, che chi studia gli incendi abbrevia in “piroCb”, sono state osservate con frequenza crescente. Nel 2003 gli incendi a Canberra, in Australia, hanno creato un piroCb con energia sufficiente da generare il primo tornado di fuoco a essere documentato, di categoria F2, con velocità del vento di oltre 180 chilometri all’ora. Tra il 2010 e il 2020, gli scienziati hanno identificato piroCb nella Russia occidentale, in Europa, in Africa e in Sud America, e le formazioni sono state ora osservate al di sopra del Circolo polare artico. Due anni fa, durante gli incendi dell’Estate nera in Australia, diciotto piroCb sono emersi in una sola settimana, provocando la diffusione di giganteschi pennacchi di fumo nell’emisfero australe; uno di questi pennacchi è cresciuto fino a raggiungere una larghezza di quasi mille chilometri. “Siamo rimasti tutti scioccati”, ha detto Fromm.

M. R. O’Connor, What It’s Like to Fight a Megafire, The New Yorker (15/11/2021), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un pirocumulonembo ripreso da un aereo di linea commerciale a circa 10 chilometri di altitudine.