Non avevano mai venduto così tanti binocoli

Oltre alle sue prodigiose capacità vocali, Grace Bumbry portava nei suoi ruoli una nota sensualità torrida, una reputazione che aveva messo a frutto in un’interpretazione di “Salomè” del 1970 alla Royal Opera House di Londra.
Aveva fatto trapelare alla stampa che per l’audace “danza dei sette veli” si sarebbe spogliata di tutti e sette i veli, fino a rimanere in “gioielli e profumo”, come lei stessa aveva detto – anche se i gioielli, si è poi scoperto, erano sufficienti a servire da “modesto bikini”, come aveva notato il critico del New York Times.
Poco importava. “Nella storia di Covent Garden”, aveva detto la signora Bumbry in un’intervista del 1985 alla rivista People, “non avevano mai venduto così tanti binocoli”.

Alex Williams, Grace Bumbry, Barrier-Shattering Opera Diva, Is Dead at 86, The New York Times (8/5/2023). Nella foto (gracebumbry.com) Grace Bumbry in Salomè alla Royal Opera House di Londra nel 1970.

Per rifornire gli ornitologi

Ai tempi di Audubon, per disegnare gli uccelli prima dell’invenzione della fotografia era necessario ucciderli. Gli ornitologi dell’epoca si affidavano per il lavoro sul campo a cacciatori professionisti. Potevano farlo poiché allora gli uccelli selvatici venivano cacciati in grandi quantità per essere venduti, proprio come oggi si catturano e si pescano i pesci con le reti, partendo dal presupposto che il rifornimento fosse inesauribile. Venivano catturati uccelli non solo selvatici, ma anche canori, a decine o centinaia, e venduti come cibo. Per rifornire gli ornitologi i cacciatori scuoiavano la cacciagione, quindi imbottivano le pelli con corde sfilacciate e infine inviavano loro gli uccelli impagliati ed essiccati affinché potessero essere misurati e disegnati.

Richard Rhodes, John James Audubon, Vintage (2006), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, Museo nazionale di scienza e natura, Tokyo) un gufo imbalsamato.