La Terra ci chiede qualcosa di più della gratitudine

Come scienziati ci siamo chiesti: perché? Perché esseri solitari e reclusi devono lottare per arrampicarsi su un promontorio roccioso ed entrare in una comunità di un centinaio di esseri umani? Perché tutte queste tartarughe sono venute da noi, in numeri senza precedenti, per fare la cosa più importante per loro? Quando i nostri studenti sono andati alla ricerca di siti adatti a trasferire al sicuro le molteplici uova che avevano deposto non solo nell’ultimo anno, hanno trovato una risposta. Le lingue di sabbia preferite dalle tartarughe erano sott’acqua a causa di piogge più intense del solito. Quando il livello del lago si è alzato, hanno dovuto cercare un terreno più in alto. Ho avuto l’impressione che le tartarughe azzannatrici fossero diventate rifugiati climatici.
E questo è il pensiero che non mi da pace.
Penso che le tartarughe si siano dirette verso l’alto in preda a una sorta di disperazione, come chiedendoci di prestare attenzione, per farci vedere che stiamo vacillando sull’orlo della catastrofe climatica con i nostri parenti, animali e vegetali, che scompaiono a ondate dopo ondate di estinzioni. La scienza, armata di modelli con cui prevedere gli imminenti cambiamenti, è un potente strumento per affrontare queste crisi. Ma non è l’unico. Come scienziato sento dati indiscutibili, e anche un messaggio, allo stesso tempo materiale e spirituale, portato dalle tartarughe azzannatrici: la Terra ci chiede qualcosa di più della gratitudine.

Robin Wall Kimmerer, The Turtle Mothers Have Come Ashore to Ask About an Unpaid Debt, The New York Times (22/9/2023), traduzione L.V.

Sperare di risultare simpatici all’algoritmo

È ora arrivato il momento di decriptare la “civilizzazione” digitale che sta inesorabilmente prendendo piede, ancora più rapidamente dopo il Covid-19. Che ci fa cercare l’anima gemella (e il just fuck, dixit il direttore del dipartimento d’economia dell’École normale supérieure e fondatore dell’École d’économie de Paris) su Tinder, e le notizie, o piuttosto la conferma delle nostre convinzioni, su Twitter. Dobbiamo sperare di risultare simpatici all’algoritmo per un nuovo posto di lavoro, mentre per svolgere quello che abbiamo ci affidiamo alla linea ADSL che consente il lavoro a distanza, senza la seccatura dei colleghi. Ma l’Homo Numericus, che attraverso la rivoluzione digitale aspira a costruire un mondo nel quale tutte le voci siano udibili, senza verità rivelate, si scopre pieno di contraddizioni: vorrebbe controllare tutto ma in realtà si comporta in modo irrazionale e impulsivo e con la sua compulsiva attività sui social trasferisce gratuitamente agli algoritmi una quantità impressionante di informazioni che lo rendono un sorvegliato speciale.

Andrea Goldstein, Homo Numericus tra idee e realtà, Il Sole 24 Ore Domenica (18/12/2022). Nell’immagine, la copertina di Homo Numericus di Daniel Cohen, Albin Michel (2022).

Il fenomeno dei razzi e delle piume

Come hanno recentemente sottolineato alcuni economisti della Federal Reserve Bank di St. Louis, c’è un fenomeno di lunga data nel mercato dei carburanti, noto come trasferimento asimmetrico. In modo più colorito è anche conosciuto come fenomeno dei razzi e delle piume. Quando il prezzo del petrolio sale, i prezzi del carburante nelle stazioni di servizio salgono allo stesso tempo (e come razzi). Quando poi il prezzo del petrolio precipita, anche i prezzi nei distributori dopo un po’ scendono, ma molto più gradatamente (come piume).
Perché questa asimmetria? Numerosi studi economici hanno cercato di capirne le ragioni. Praticamente tutti sottolineano il potere di mercato che hanno le aziende con una concorrenza limitata (una cosa di cui Bezos sicuramente sa molto). La spiegazione più convincente che ho letto si trova in un articolo di qualche anno fa, di Severin Borenstein, Richard Gilbert e A. Colin Campbell. Riassumerei la loro argomentazione come segue: quando il prezzo del petrolio sale, i proprietari delle stazioni di servizio si sentono autorizzati non solo a trasferirne il costo ai consumatori ma anche ad aumentare il proprio ricarico, perché per i consumatori non è facile stabilire se stanno subendo una truffa quando i prezzi stanno salendo ovunque. E i distributori possono continuare a rimanere aggrappati a queste maggiorazioni extra per un po’, anche quando il prezzo del petrolio sta scendendo.
Per questa storia ci sono delle evidenze? Sì. Il fenomeno dei razzi e delle piume sembra essere particolarmente intenso nelle aree in cui i benzinai hanno relativamente poca concorrenza.

Paul Krugman, Wonking Out: Rockets, Feathers and Prices at the Pump, The New York Times (8/7/2022), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) una pompa di benzina.

Occorreva dare loro dei cognomi

Catriona Seth: Penso che per Maria Teresa allinearsi con i cattolici sia stato sempre molto più semplice che allinearsi con i protestanti.

Melvyn Bragg: Era piuttosto feroce con i protestanti e gli ebrei, non è vero?

Catriona Seth: Maria Teresa era estremamente feroce nei confronti dei protestanti e degli ebrei. Aveva iniziato a trasferire i protestanti. Dopotutto, le era utile avere tanti sudditi, ma non li voleva troppo vicino. Poteva evitare di averli vicino a sé e cercava quando poteva di incoraggiarli a convertirsi in diverse maniere. Odiava assolutamente gli ebrei, ciò è molto molto chiaro, e nei loro confronti aveva preso una serie di misure che erano chiaramente inique. Ad esempio, gli ebrei di Praga erano un’enorme comunità aschenazita, e lei cercò di espellerli, facendoli trasferire in Transilvania che era già una regione multi-confessionale. Quando acquisì la Galizia, in cui vi era un gran numero di ebrei, occorreva dare loro dei cognomi, e i cognomi che furono dati li facevano notare, risaltare, dare nell’occhio. Spesso erano cognomi che potevano essere denigratori e che avevano lo scopo di marchiare uno come ebreo.

Catriona Seth intervistata da Melvyn Bragg su Maria Theresa, In our time, Radio BBC4 (22/10/20), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, Accademia di belle arti, Vienna), Martin van Meytens, Imperatrice Maria Teresa (1759).