L’immagine di una coppia coraggiosa che lavora umilmente la propria terra

I sorprendenti abiti dei modelli di Grant Wood non erano fatti in casa; li aveva ordinati da Sears, Roebuck & Co. a Chicago. E la finestra gotica che aveva attirato la sua attenzione? Neppure lei era il prodotto di una particolare cultura locale. Eldon esisteva da appena un decennio quando fu installata quella finestra. Anch’essa era stata ordinata per corrispondenza da Sears.
Qualunque fosse la provenienza degli abiti, l’immagine di una coppia coraggiosa che lavora umilmente la propria terra finì per rappresentare l’America rurale. Wood descrisse la coppia come dei “ferròtipi del mio album di famiglia” e, in effetti, i suoi genitori avevano coltivato un terreno in Iowa. Ma quel tipo di agricoltura segnò solo un breve periodo della storia della famiglia Wood. I suoi nonni materni erano albergatori, non agricoltori, e quelli paterni erano stati proprietari di schiavi della Virginia. Quando Wood aveva dieci anni, la sua famiglia lasciò la fattoria per la città di Cedar Rapids, dove Wood decise di diventare gioielliere.

Daniel Immerwahr, Beyond the Myth of Rural America, The New Yorker (16/10/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, Art Institute of Chicago) Grant Wood, American Gothic (1930).

La Terra ci chiede qualcosa di più della gratitudine

Come scienziati ci siamo chiesti: perché? Perché esseri solitari e reclusi devono lottare per arrampicarsi su un promontorio roccioso ed entrare in una comunità di un centinaio di esseri umani? Perché tutte queste tartarughe sono venute da noi, in numeri senza precedenti, per fare la cosa più importante per loro? Quando i nostri studenti sono andati alla ricerca di siti adatti a trasferire al sicuro le molteplici uova che avevano deposto non solo nell’ultimo anno, hanno trovato una risposta. Le lingue di sabbia preferite dalle tartarughe erano sott’acqua a causa di piogge più intense del solito. Quando il livello del lago si è alzato, hanno dovuto cercare un terreno più in alto. Ho avuto l’impressione che le tartarughe azzannatrici fossero diventate rifugiati climatici.
E questo è il pensiero che non mi da pace.
Penso che le tartarughe si siano dirette verso l’alto in preda a una sorta di disperazione, come chiedendoci di prestare attenzione, per farci vedere che stiamo vacillando sull’orlo della catastrofe climatica con i nostri parenti, animali e vegetali, che scompaiono a ondate dopo ondate di estinzioni. La scienza, armata di modelli con cui prevedere gli imminenti cambiamenti, è un potente strumento per affrontare queste crisi. Ma non è l’unico. Come scienziato sento dati indiscutibili, e anche un messaggio, allo stesso tempo materiale e spirituale, portato dalle tartarughe azzannatrici: la Terra ci chiede qualcosa di più della gratitudine.

Robin Wall Kimmerer, The Turtle Mothers Have Come Ashore to Ask About an Unpaid Debt, The New York Times (22/9/2023), traduzione L.V.

Una fonte particolarmente abbondante di radiazioni

Il motivo per cui i cinghiali nella Germania meridionale portano più tracce delle radiazioni rispetto ad altri animali sta in un fungo, l’Elaphomyces, o tartufo dei cervi. I cinghiali scavano e mangiano questo fungo che altri animali selvatici ignorano, ha spiegato il professor Steinhauser, chiarendo un elemento cruciale di quello che è stato a lungo un mistero.
Sebbene molti altri organismi commestibili non siano più contaminati in modo significativo, gli Elaphomyces, che crescono diversi centimetri sotto la superficie terrestre, immagazzinano le radiazioni in modo particolarmente efficiente. (Secondo l’Ufficio federale tedesco per la protezione dalle radiazioni, alcuni funghi selvatici possono raggiungere più di 1000 becquerel per chilogrammo, sebbene i funghi selvatici siano ritenuti comunque sicuri se mangiati in piccole quantità).
A seconda della composizione del terreno e della profondità, i funghi possono essere esposti ad acqua contenente radiazioni vecchie anche di decenni, dovute sia ai test nucleari sia al disastro di Černobyl’, e per questo sono una fonte particolarmente abbondante di radiazioni.
Il signor Steiner, dell’Ufficio federale per la radioprotezione, ha osservato che, qualunque sia la fonte delle radiazioni, queste rappresentano comunque un rischio per gli esseri umani se i livelli sono sufficientemente elevati.
“Quando si tratta dell’esposizione degli esseri umani alle radiazioni, non importa se il cesio proviene dalla radioattività rilasciata dai test di armamenti nucleari o da quella dovuta all’incidente del reattore di Černobyl’”, ha detto, aggiungendo: “Ciò che conta è l’apporto totale di cesio-137 che una persona assume con gli alimenti provenienti dalla foresta”.

Christopher F. Schuetze, Europe’s Boars Still Hold Radioactivity. What Surprised Scientists Is Why, The New York Times (2/9/2023). Nell’illustrazione (Wikipedia) Elaphomyces vulgaris.

E aveva iniziato a suonare

Il sangue freddo dei vermi era, tuttavia, scomparso dopo che Darwin aveva spostato i vasi che li contenevano dal tavolo da biliardo al pianoforte, e aveva iniziato a suonare. Al che i vermi si erano precipitati come conigli nelle loro tane, come Darwin stesso aveva detto. La differenza tra le risposte dei vermi appoggiati sul pianoforte, rispetti a quelli rimasti sul tavolo da biliardo, stava nelle vibrazioni. Quelli sul pianoforte potevano sentire chiaramente il riverbero e reagire di conseguenza. Questa sensibilità dei vermi è sfruttata da un gruppo di uomini e donne negli Stati Uniti, noti come “worm growlers” . Per chi non lo sapesse, Il “worm growling” è un processo mediante il quale un palo di legno viene prima conficcato nel terreno a martellate e poi sfregato con un pezzo di metallo chiamato “rooping iron”. Dal palo così percosso, una miscela di suoni terrificanti penetra nel terreno e fa schizzare i vermi in superficie, che così possono essere raccolti per essere poi usati come esche da pesca. Strategie simili sono utilizzate dai pescatori in altre parti del mondo, che impiegano una gamma di suoni diversi per convincere i vermi a salire in superficie. Si dice spesso che i vermi si comportino in questo modo perché il suono imiterebbe il rumore della pioggia sul terreno e loro avrebbero paura di annegare. In realtà i vermi non corrono quasi alcun pericolo da questo punto di vista, anche quando sopra di loro c’è dell’acqua stagnante. La loro reazione è piuttosto dovuta al fatto che i suoni imitano quelli prodotti da predatori sotterranei come le talpe. Quando questi animali scavatori sono in circolazione, i vermi si dirigono verso la superficie, dove è improbabile che le talpe li seguano.

Ashley Ward, Sensational, Profile Books (2023), traduzione L.V. Nell’illustrazione ironica di Kevin McCoskey (Hey, McCloskey) Charles Darwin è ritratto mentre suona il pianoforte per i vermi.

Le “femmes fatales” delle lucciole

Il sesso, osserva Lixing Sun, è terreno fertile per gli inganni. I maschi delle lucciole del genere Photinus lampeggiano per attirare partner. Se le femmine sono interessate, rispondono emettendo a loro volta la luce. Le femmine del genere Photuris imitano i bagliori delle femmine di Photinus; poi, quando i maschi si avvicinano a sufficienza, li mangiano. (Le femmine Photuris sono oggi note come le “femmes fatales” delle lucciole.) Alcuni maschi di serpente giarrettiera emettono finti feromoni femminili: confondendo i rivali, aumentano le proprie probabilità di accoppiarsi.

Elizabeth Kolbert, Why the Animal Kingdom Is Full of Con Artists, The New Yorker (3/4/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un esemplare di lucciola Photuris.

Pur essendo originale

Branca più importante dell’azienda agricola – la strage in massa che non ha un minuto di tregua nel corso della giornata. Si ammazzano i passeri, le rondini, i calabroni, le formiche, le gazze, i corvi affinché non divorino le api; si massacrano le api per impedire che danneggino i fiori degli alberi da frutta, e si abbattono questi stessi alberi affinché non impoveriscano il suolo. Ne risulta così una rotazione che, pur essendo originale, non si fonda sulle più recenti conquiste della scienza.

Anton Čechov, Vita attraverso le lettere, traduzione di Gigliola Venturi e di Clara Coïsson, Einaudi (1989)

Coloro che si sono affezionati alle loro biciclette

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A partire dagli anni Novanta dell’Ottocento, la bicicletta era sembrata per un po’ destinata a superare finalmente il cavallo. Le biciclette, oltre a non aver bisogno di essere nutrite e a non morire, sono anche più silenziose e pulite dei cavalli, una cosa a cui ho pensato spesso da ragazzina, quando lavoravo in una scuderia e rimuovevo il letame. Ma poi è arrivata l’automobile. “Alcuni affermano che l’automobile sostituirà la bicicletta, ma è una sciocchezza”, qualcuno scrisse su una rivista del Maine nel 1899. “Coloro che si sono affezionati alle loro biciclette – i ciclisti sono diversi milioni – non rinunceranno facilmente al piacere di sfiorare il terreno come uccelli… per il più improbabile piacere di guidare un’ingombrante e maleodorante automobile.

Jill Lepore, Bicycles Have Evolved. Have We?, The New Yorker (23/5/2022), traduzione L.V. L’immagine viene da Wikipedia.

Se il mondo dovesse nutrirsi interamente con metodi biologici

Coltivo campi ad agricoltura biologica da ormai sette anni e sono d’accordo con Ian Parker sul fatto che “il biologico ha ormai una storia e ha acquisito un suo potere e una sua legittimità”. Tuttavia bisogna ammettere che l’impatto relativamente benevolo delle mie coltivazioni sull’ambiente immediatamente circostante, rispetto all’agricoltura convenzionale, non è altrettanto evidente su scala più grande. Tenere sotto controllo le piante infestanti senza diserbanti richiede generalmente una maggiore lavorazione del terreno. Rivoltare il terreno più di frequente significa utilizzare più carburante diesel per tonnellata di grano, oltre a liberare più carbonio immagazzinato nel terreno. Ancora più importante, dal punto di vista dei cambiamenti climatici, è la dipendenza degli agricoltori biologici dal letame, quale fonte di azoto fondamentale per le coltivazioni della famiglia delle graminacee (mais, grano, avena, orzo). Il che ci rende completamente dipendenti dagli allevamenti animali. Se il mondo dovesse nutrirsi interamente con metodi biologici, sarebbe necessario un aumento della produzione di bovini, suini e pollame, al fine di ottenere il concime necessario, almeno fino a quando gli scienziati non saranno in grado di modificare geneticamente le graminacee, in modo da renderle capaci di catturare autonomamente l’azoto. Poi però queste piante OGM non sarebbero biologiche.

Dan Conable, lettera a “The New Yorker” (20/12/2021), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un campo coltivato ad agricoltura biologica in California.

Ai bruchi fu ordinato di comparire in tribunale

Il 26 giugno 1659, in rappresentanza di cinque comuni di una provincia dell’Italia settentrionale, fu avviato un procedimento giudiziario contro alcuni bruchi. Gli esemplari locali, si leggeva nella denuncia, stavano sconfinando e rubando dai giardini e dai frutteti delle persone. Fu emesso un mandato di comparizione, cinque copie del quale furono inchiodate agli alberi delle foreste adiacenti a ciascuna città. Ai bruchi fu ordinato di comparire in tribunale il 28 giugno, a un’ora prestabilita, in cui sarebbe stata assegnata loro la rappresentanza legale.
Ovviamente nessun bruco si presentò all’ora stabilita, ma il caso andò comunque avanti. In un documento ancora esistente, la corte riconosce il diritto dei bruchi a vivere liberamente e felicemente, a condizione che ciò non “comprometta alla felicità dell’uomo…”. Il giudice decretò che ai bruchi fosse assegnato un appezzamento di terreno alternativo per il loro sostentamento e diletto. Quando i dettagli furono definiti, gli imputati, essendosi impupati, avevano certamente concluso le loro devastazioni e tutte le parti uscirono senza alcun dubbio soddisfatte dal processo.

Mary Roach, Fuzz – When Nature Breaks the Law, Norton (2021), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un bruco su un ramo d’olivo.

Con lavoro sufficiente a riempire l’intera nostra esistenza

Ciascuno dei due giovani aveva denaro; il padre di Iris le aveva lasciato a sufficienza da renderla indipendente. Ribellandosi ai progetti che le loro famiglie avevano fatto per loro, i coniugi cercarono e acquistarono la tenuta di La Foce nella Toscana meridionale, scegliendola, contro il parere di tutti, proprio perché il terreno era così eroso e aspro, le costruzioni così fatiscenti, l’acqua così scarsa, e le strade percorribili inesistenti. Stavano cercando “un posto con lavoro sufficiente a riempire l’intera nostra esistenza”. Iris aveva sperato anche in “un po’ di bellezza”, ma La Foce, quando vi arrivarono, era “un paesaggio lunare, pallido e disumano” e aveva la “desolazione di un deserto”. La casa principale era buia, senza luce elettrica, senza riscaldamento, senza giardino (perché l’acqua del pozzo era appena sufficiente per lo stretto necessario) e senza bagno. Imperterriti, la acquistarono, decisi a “trasformare questa nuda argilla in campi di grano, a ricostruire le fattorie e a vedere la prosperità tornare per gli abitanti, restituendo il verde a questi boschi mutilati”. Un bell’impegno! La tenuta comprendeva venticinque poderi e Iris aveva solo ventidue anni.

Iris Origo, A chill in the air, Pushkin Press (2017), introduzione di Lucy Hughes-Hallett, traduzione L.V. Nella foto (La Foce) Iris e Antonio Origo a La Foce con una delle figlie.