Dal tentativo di definire l’indefinibile

Anche il concetto stesso di specie è in radicale trasformazione, con più di venti definizioni in circolazione e in competizione tra loro. Quella più conosciuta tra i non addetti ai lavori considera una specie come una popolazione di individui che si riproducono solo tra loro. (Un ovvio problema di questa definizione è che molte forme di vita si riproducono asessualmente). Scegliere una definizione non riguarda soltanto ciò che andrà nel dizionario alla voce “specie”; quale definizione è utilizzata determina il modo in cui si suddivide la natura, e creature che potrebbero essere considerate una specie in base a un determinato criterio potrebbero non meritare la stessa etichetta secondo un altro. Tutta questa confusione deriva, come aveva scritto Darwin, “dal tentativo di definire l’indefinibile”. Eppure i realisti più determinati continuano a promulgare sempre più definizioni, nella convinzione che una di esse si adatterà perfettamente a qualche caratteristica intrinseca e stabile della natura. Darwin aveva detto che l’idea era “risibile”, un aggettivo che coglie l’impossibilità ma non la gravità di imporre arbitrariamente categorie agli esseri viventi.

Kathryn Schulz, How Carl Linnaeus Set Out to Label All of Life, The New Yorker (21/8/2023), traduzione L.V. Nella foto un ritratto di Charles Darwin da giovane.

Come colpire un grosso nido di calabroni con un bastone corto

Un altro concetto fondamentale è che l’economia non esiste separatamente dalla biosfera terrestre, ma solo al suo interno, e che le sue dimensioni sono limitate dalla sua dipendenza da risorse naturali finite.
Queste proposte possono sembrare semplici, ma argomentare contro la crescita economica era come colpire “un grosso nido di calabroni con un bastone corto”, il Dr. Daly aveva scritto in una prefazione alla sua biografia scritta da Peter Victor.
“Si sconvolgeva bruscamente un consenso molto ampio e confortevole”, aveva aggiunto.
Ha esortato politici, governi e altri economisti ad abbandonare l’incessante ricerca della crescita a favore di una cosiddetta economia dello stato stazionario, con cui si raggiungerebbe un equilibrio stabile tra il sostegno della vita umana e la conservazione dell’ambiente.

Ed Shanahan, Herman Daly, 84, Who Challenged the Economic Gospel of Growth, Dies, The New York Times (8/11/2022), traduzione L.V. Nella foto (University of Maryland) Herman Daly.

Così mi sono legato alle pietre che non ingannano

L’abisso archeologico è certamente buio ma anche perfettamente stabile, sicuro sotto i nostri piedi, perché i morti mai deludono o tradiscono dato che molto già sai di loro – come un profeta all’incontrario – e devi solamente completare dizione, scena, mobilio e costume; insomma i morti sono già dati, devi solo cercarli e se ne hai bisogno rimangono fedeli: non possono abbandonarti o farti del male. Così mi sono legato alle pietre che non ingannano.

Andrea Carandini, L’ultimo della classe, Rizzoli (2021)

L’elenco di quelli che si sono dissolti

Nonostante gli Stati Uniti abbiano la reputazione di essere la democrazia più stabile al mondo, la maggior parte dei partiti politici nati in questo paese, inclusi i maggiori, ha cessato di esistere. L’elenco di quelli che si sono dissolti comprende, oltre ai Whigs, i Federalisti, i Democratico-Repubblicani, il Partito Americano (chiamato anche il Know-Nothings), il Partito del Suolo Libero, il Partito Populista, il Partito Anti-Massonico e tre iterazioni del Partito Progressista.

Jelani Cobb, What Is Happening to the Republicans?, The New Yorker (15/3/2021), traduzione L.V.

I bianchi semplicemente non esistevano

David Reich riconosce che i genetisti devono stare attenti al modo in cui discutono dei propri studi. Ma, a parte “un piccolo nucleo di luddisti che vorrebbe spaccare le nostre macchine”, Reich ha detto che la maggior parte degli archeologi e degli antropologi accoglie con favore le informazioni che emergono dalla ricerca genetica. Nelle nostre conversazioni Reich ha sottolineato come le scoperte dei genetisti siano state spesso sorprendenti e abbiano fatto saltare parecchi stereotipi. “Più di una volta mi sono trovato ad ammettere che i miei stessi pregiudizi e aspettative erano sbagliati”, ha commentato. “Questo dovrebbe farci a capire che le storie che ci raccontiamo sul nostro passato sono spesso molto diverse dalla realtà e che converrebbe essere umili al riguardo”. Quando gli ho chiesto degli esempi, ha menzionato l’origine dei “bianchi”, ovvero delle persone dalla pelle chiara provenienti dall’Europa e da parte dell’Asia occidentale. Reich supponeva (come la maggior parte degli scienziati) che i bianchi costituissero una discendenza stabile che si era diffusa in tutta l’Eurasia occidentale decine di migliaia di anni fa, stabilendo una popolazione relativamente omogenea. Le sue ricerche hanno invece dimostrato che fino a ottomila anni fa c’erano almeno quattro gruppi distinti di europei, geneticamente diversi l’uno dall’altro come lo sono oggi gli inglesi dai cinesi, alcuni scuri di pelle. Come mi ha scritto in una e-mail, “attorno a 8000 anni fa i ‘bianchi’ semplicemente non esistevano”.

Douglas Preston, The Skeletons at the Lake, The New Yorker (14/12/21), traduzione L.V.