La Terra ci chiede qualcosa di più della gratitudine

Come scienziati ci siamo chiesti: perché? Perché esseri solitari e reclusi devono lottare per arrampicarsi su un promontorio roccioso ed entrare in una comunità di un centinaio di esseri umani? Perché tutte queste tartarughe sono venute da noi, in numeri senza precedenti, per fare la cosa più importante per loro? Quando i nostri studenti sono andati alla ricerca di siti adatti a trasferire al sicuro le molteplici uova che avevano deposto non solo nell’ultimo anno, hanno trovato una risposta. Le lingue di sabbia preferite dalle tartarughe erano sott’acqua a causa di piogge più intense del solito. Quando il livello del lago si è alzato, hanno dovuto cercare un terreno più in alto. Ho avuto l’impressione che le tartarughe azzannatrici fossero diventate rifugiati climatici.
E questo è il pensiero che non mi da pace.
Penso che le tartarughe si siano dirette verso l’alto in preda a una sorta di disperazione, come chiedendoci di prestare attenzione, per farci vedere che stiamo vacillando sull’orlo della catastrofe climatica con i nostri parenti, animali e vegetali, che scompaiono a ondate dopo ondate di estinzioni. La scienza, armata di modelli con cui prevedere gli imminenti cambiamenti, è un potente strumento per affrontare queste crisi. Ma non è l’unico. Come scienziato sento dati indiscutibili, e anche un messaggio, allo stesso tempo materiale e spirituale, portato dalle tartarughe azzannatrici: la Terra ci chiede qualcosa di più della gratitudine.

Robin Wall Kimmerer, The Turtle Mothers Have Come Ashore to Ask About an Unpaid Debt, The New York Times (22/9/2023), traduzione L.V.

Non hanno avuto bisogno di questo vantaggio

Il suono non è così importante per i gufi pescatori, poiché le loro principali prede stanno sott’acqua, indifferenti alle sfumature uditive del mondo terrestre. Diversamente, la maggior parte delle specie di gufi può seguire i suoni dei roditori di cui si nutrono mentre scorrazzano inconsapevoli nel sottobosco. I barbagianni, per esempio, possono fare tutto ciò nella completa oscurità. I gufi pescatori invece devono dare la caccia a prede che si muovono sotto la superficie dell’acqua. Questa differenza nella strategia di caccia si manifesta fisicamente: molti gufi hanno un disco facciale distinto, il caratteristico aspetto arrotondato dato dalle piume facciali che incanalano i suoni più deboli verso i fori delle orecchie. Nei gufi pescatori invece questo disco è scarsamente definito: non hanno avuto bisogno di questo vantaggio e quindi nel corso dell’evoluzione e del tempo questa caratteristica si è affievolita.

Jonathan C. Slaght, Owls of the Eastern Ice, Allen Lane (2020) traduzione L.V. Nelle foto un barbagianni (Wikipedia) e un gufo pescatore (Wikipedia).