I capodogli hanno i cervelli più grandi del pianeta, sei volte di più di quelli umani. La loro vita sociale è ricca, complicata e, secondo alcuni, ideale. I membri adulti di una unità, che può comprendere da qualche individuo a poche decine, sono tutti di sesso femminile. I figli maschi possono viaggiare con il gruppo fino all’età di circa quindici anni; quindi, come dice Shane Gero, vengono “ostracizzati socialmente”. Alcuni continuano a girare attorno alle proprie madri e sorelle, inviando per mesi schiocchi da lontano senza ricevere risposta. Alla fine, però, afferrano il messaggio. I maschi completamente adulti sono creature solitarie. Avvicinano un gruppo di femmine, presumibilmente non loro parenti prossime, solo per accoppiarsi. Per segnalare il proprio arrivo emettono suoni profondi e rimbombanti, noti come “clang”. Nessuno sa esattamente cosa renda un capodoglio in corteggiamento attraente per una potenziale compagna. Gero mi ha raccontato di avere visto alcuni maschi rumorosi essere accolti con grande trambusto, mentre ad altri è stato riservato l’equivalente cetaceo di un’alzata di spalle.
Le femmine dei capodogli, invece, sono eccezionalmente prossime. Le adulte di una unità non solo viaggiano e cacciano insieme; sembrano anche consultarsi su decisioni importanti. Se nel gruppo c’è una neomamma, le altre si prendono cura del piccolo mentre lei si immerge per cercare il cibo. In alcune unità […] le femmine dei capodogli addirittura allattano i piccoli l’una dell’altra. Quando una famiglia è minacciata, le femmine adulte si raggruppano per proteggere la prole, mentre quando la situazione è calma i piccoli giocano e si divertono.
Elizabeth Kolbert, Talk to Me, The New Yorker (11/9/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) una mamma capodoglio e un piccolo.