La fede nel dualismo

Lo psicologo Paul Bloom, nel libro dal titolo Descartes’ Baby, si spinge fino a suggerire che siamo effettivamente nati per essere dei dualisti filosofici, come lo era lo stesso Cartesio, e per credere che la mente sia separata dal corpo. Il dualismo, suggerisce Bloom, è innato.
Questo non vuole ovviamente dire che le nostre menti siano separate dai nostri corpi: è solo che siamo predisposti a crederlo. È davvero difficile convincere la maggior parte delle persone, eccetto noi baldi psicologi e materialisti neuroscienziati, che siamo semplicemente creature di carne e ossa, con processi fisici all’interno delle nostre teste che dettano i nostri pensieri e le nostre azioni. La fede nel dualismo, ossia l’idea che la mente possa sfuggire al corpo e ai vincoli del mondo fisico, è del resto un aspetto del pensiero errante.

Michael C. Corballis, The Wandering Mind, The University of Chicago Press (2015), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, no Fronteiras do Pensamento) Paul Bloom.

Avvolta di crepuscolo

Si voltò, si calcò il colbacco di sghimbescio e orgogliosamente si allontanò dalla finestra, pizzicando piano le corde della bandura. In quel momento la maniglia di legno della porta girò; la porta si aprì cigolando, e una ragazza nella sua diciassettesima primavera, avvolta di crepuscolo, guardandosi timidamente intorno e senza lasciare la maniglia di legno, varcò la soglia. Nella penombra ardevano sorridenti, come stelline, i suoi begli occhi; brillava la collana di corallo rosso, e allo sguardo d’aquila del giovane non sfuggì neppure il rossore che si era acceso pudicamente sulle sue guance.

Nikolaj Gogol’, Veglie alla fattoria presso Dikan’ka, traduzione di Emanuela Guercetti, BUR Rizzoli (2018)

Non avrebbe acchiappato un coniglio

I ghepardi, i mammiferi terrestri più veloci, superano i 95 chilometri all’ora. I ghepardi in genere non cacciano gli esseri umani, ma leoni e leopardi, che occasionalmente lo fanno, raggiungono i 90 chilometri orari. Anche le loro prede, tra cui le zebre e le antilopi, possono fuggire dalle mascelle azzannatrici a 80-85 chilometri all’ora. In altre parole, la gara tra predatori e prede in Africa è attualmente attestata a non meno di 80 chilometri all’ora. È circa a questa velocità che corre la maggior parte dei predatori e delle prede che tentano di scappare. Tutti tranne noi.
Usain Bolt non solo non avrebbe potuto sfuggire a un leopardo, ma non avrebbe acchiappato un coniglio. Il più veloce di noi corre alla metà circa della velocità di un’antilope. Muovendoci su due zampe anziché su quattro, abbiamo perso la capacità di galoppare e ci siamo resi così straordinariamente lenti e vulnerabili.

Jeremy DeSilva, First Steps, HarperCollins (2021), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un ghepardo insegue una gazzella.

Appaiono misteriosi anche ad Amazon

La libreria è la parte più antica di Amazon, ancora centrale per la sua identità ma non più per i suoi profitti. Potrebbe rappresentare la tendenza di ogni futura esperienza di acquisto su Amazon anche di altre merci: smisurata, piena di pubblicità e recensioni incontrollate, governata da algoritmi e venditori terzi le cui identità possono sfuggire. […]
I corridoi meno trafficati della libreria appaiono misteriosi anche ad Amazon, come un quartiere abbandonato a se stesso dalle autorità.
La schiacciante complessità e la vastità di Amazon sono sempre più una questione politica. Il mese scorso il Dipartimento di Giustizia ha intentato una causa per impedire alla Penguin Random House di acquisire Simon & Schuster. in seguito alla fusione l’azienda controllerebbe circa il 27% del mercato dei libri nuovi. Ma sulla vendita dei libri, Amazon esercita un controllo ben maggiore. Secondo alcune stime, detiene fino a due terzi del mercato di libri nuovi e usati, attraverso la propria piattaforma e altre sussidiarie come Abebooks.com.
“Come società dovremmo preoccuparci che una singola azienda controlli la metà circa delle merci culturali più preziose e che la sua automazione non funzioni adeguatamente?” ha domandato Christopher Sagers, l’autore di un libro dal titolo “Antitrust: Examples & explanations”.
All’inizio di questa settimana Amazon ha classificato il suo libro al primo posto per vendite nella categoria “Legge antitrust”. Il secondo classificato era un libro dal titolo “Mental Health Workbook”, che tratta di depressione e teoria dell’attaccamento. Al quinto posto c’era un libro sulle origini del Natale. Al quindicesimo ce n’era uno di storie vere di omicidi di bambini. Otto dei primi venti libri dell’elenco non avevano niente a che fare, almeno in apparenza, con il tema dell’antitrust.
“La gente pensa che gli algoritmi di Amazon siano migliori di quanto non siano in realtà”, ha spiegato Sagers.

David Streitfeld, What Happened to Amazon’s Bookstore?, The New York Times (3/12/2021), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, Chris Watt) il più grande magazzino di Amazon in UK.

Aveva le sue riprese

Per Rapina a mano armata Kubrick e Harris avevano avuto un problema: nessun ippodromo voleva essere il set di un film su una rapina in un ippodromo. Per le riprese iniziali dei cavalli da corsa, Alex Singer si era allora sdraiato con la sua cinepresa portatile Eyemo Mitchell nel mezzo della pista dell’ippodromo di Bay Meadows a San Francisco, proprio mentre i cavalli lasciavano i cancelli di partenza. Quando i dipendenti dell’ippodromo si accorsero di lui, la gara fu interrotta. Ma Singer, che in qualche modo era riuscito a sfuggire all’arresto, aveva le sue riprese.

David Mikics, Stanley Kubrick – American Filmmaker, Yale University Press (2020), traduzione L.V. Nella foto (IMDB) l’inizio di “Rapina a mano armata”.

Il dio innamorato non si arrese

Su molte monete siracusane è impresso un profilo femminile circondato da pesci. È la ninfa Aretusa. In città esiste ancora la sua fonte, che ha mantenuto la limpidezza originaria malgrado i due millenni e mezzo trascorsi da quando i coloni greci, attirati dalle sue acque, si stabilirono sull’isola di Ortigia. A poca distanza, più vicino al mare, si trova un altro sbocco di questa sorgente d’acqua dolce famosa in epoca greca. L’origine di tali polle viene spiegata con un mito legato alle forze ipogee, come del resto tutti i miti sicelioti. Aretusa era una ninfa dell’Elide. Alfeo, divinità fluviale, la perseguitava ostinatamente con il suo amore. Per sfuggirgli, Aretusa chiese ad Artemide, sua protettrice, di essere trasformata in fonte. Le sue acque si nascosero allora sotto il mar Ionio, per riaffiorare soltanto nell’isola di Ortigia; la seconda polla, tuttavia, dimostra che il dio innamorato non si arrese e riuscì a raggiungerla.

Pavel Muratov, Immagini dell’Italia, II, traduzione di Alessandro Romano, Adelphi (2021). Nella foto (Wikipedia) la fonte Aretusa sull’isola di Ortigia.

Come se temesse che un angolo della Terra potesse sfuggirle

2020_04_06Quella che viene spesso definita come la prima pandemia della storia iniziò nel 541 d.C. nella città di Pelusio, nei pressi dell’attuale Porto Said, in Egitto nord-orientale. Secondo lo storico Procopio, che fu un testimone vivente dell’epoca, la “pestilenza” si diffuse sia a ovest, verso Alessandria, sia a est, verso la Palestina. Quindi continuò la sua corsa. A suo avviso, sembrava muoversi quasi consapevolmente, “come se temesse che un angolo della Terra le potesse sfuggire”.

Elizabeth Kolbert, Pandemics and the Shape of Human History, The New Yorker (6/4/2020), traduzione L.V.