In un’altalena di licenziamenti e riassunzioni

Vivaldi prestò servizio alla Pietà sia come maestro di violino (e molti altri strumenti) che come compositore, lungo tutto l’arco della sua vita, fino al 1740, pur in un’altalena di licenziamenti e riassunzioni. La prassi voleva infatti che ogni anno i maestri venissero riconfermati con una votazione (ballottazione) fra i governatori; la precarietà di questo servizio discendeva da un imperativo di ferreo risparmio: un maestro non serviva più non appena le «figlie» fossero state messe in grado di fare da sole. La complessa e funzionale gerarchia interna delle «figlie» consentiva una costante e omogena trasmissione del sapere musicale dalle più grandi alle più piccole, dalle più istruite alle principianti. Tuttavia, per quanto ben congegnato, questo meccanismo non poteva prescindere dall’apporto esterno dei maestri: dopo qualche anno essi dovevano esser riassunti, non appena il livello qualitativo delle esecuzioni del «coro» cominciava a deteriorarsi.

Federico Maria Sardelli, Il volto di Vivaldi, Sellerio (2021)

Allora dovreste leggere questo libro

Da quando SARS-CoV-2 e Covid-19 hanno condizionato la vita di quasi ogni persona sul pianeta, non sorprende che ci sia un grande bisogno di sapere di più sui vaccini e sulle malattie infettive. Abbiamo l’abitudine di cercare informazioni guardando la televisione e leggendo i giornali, dove dipendiamo dall’esperienza dei giornalisti per interpretare questioni scientifiche complesse. Inoltre ci informiamo sui social media, dove siamo estremamente vulnerabili a opinioni errate o fuorvianti. Questo libro, scritto da Rino Rappuoli e Lisa Vozza, porta ai lettori la conoscenza di veri esperti di vaccini, immunologia e malattie infettive, aiutandoli a progredire dalla storia antica fino alle complessità di come funzionano gli anticorpi, cosa fa la PCR, cos’è un vaccino a mRNA, e come si crea un vaccino. Se volete saperne di più sui vaccini – come funzionano, come sappiamo che sono sicuri, e tante altre domande in un momento in cui tutti si sentono esperti di vaccini (ma non lo sono), allora dovreste leggere questo libro.

David Salisbury, Associate Fellow, Program for Global Health, Royal Institute of International Affairs, Chatham House, Londra, Recensione a Rino Rappuoli, Lisa Vozza, “Vaccines in the Global Era – How to Deal Safely and Effectively with the Pandemics of Our Time”, World Scientific (2022), traduzione L.V. Nella foto, David Salisbury a un convegno sui vaccini a Siena nel 2014.

Di che cosa è capace il nostro governo

“Per ogni 100 persone che sono morte sui campi di battaglia, altre 170 sono state fucilate dalle nostre autorità”, ha detto il signor Ovchinnikov. “Sì, hanno qualcosa da nascondere. Ma penso che l’unico motivo per cui non vogliono che la gente sappia dell’entità è che non vogliono che la gente sappia di che cosa è capace il nostro governo”.

Valerie Hopkins, Paintbrush in Hand, a Russian Muralist Wages His Own War, The New York Times (14/12/2022). Nella foto (Wikipedia) Vladimir Ovchinnikov.

L’arte di separare, pesare e distinguere

Ci sono altri benefici, altri doni che il chimico porge allo scrittore. L’abitudine a penetrare la materia, a volerne sapere la composizione e la struttura, a prevederne le proprietà ed il comportamento, conduce ad un insight, ad un abito mentale di concretezza e di concisione, al desiderio costante di non fermarsi alla superficie delle cose. La chimica è l’arte di separare, pesare e distinguere: sono tre esercizi utili anche a chi si accinge a descrivere fatti o a dare corpo alla propria fantasia.

Primo Levi, Ex chimico, L’altrui mestiere, Einaudi (1985), letto al Museo della Chimica, Settimo Torinese (12/11/22). Nella foto (primolevi.it, Famiglia Levi) Primo Levi nel Laboratorio di analisi quantitativa dell’Istituto di Chimica, Università di Torino, Febbraio 1940.

La nostra biologia sa già come farlo

Alcuni pazienti trapiantati non hanno più bisogno di assumere farmaci immunosoppressori, o li prendono una volta al mese. A un certo punto i loro corpi hanno imparato ad accettare l’organo estraneo come parte di sé. “Il problema è che nessuno sa come ciò sia accaduto”, ha detto Allan D. Kirk.
Kirk si è poi messo a filosofare, scusandosi per averlo fatto. “Tutti noi siamo stati a un certo punto una sorta di tumore allogenico”, ha detto. “Allogenico” si riferisce a un individuo estraneo, della stessa specie. “È ciò che si chiama feto. Le nostre madri non ci hanno rigettato, almeno fino a quando abbiamo compiuto tredici anni e abbiamo bruciato il garage. Quindi come specie sappiamo come non rigettare gli organi a noi estranei. La nostra biologia sa già come farlo, e tocca a noi aggiornarci e metterci in pari”.

Rivka Galchen, The Medical Miracle of a Pig’s Heart in a Human Body, The New Yorker (28/2/2022), traduzione L.V.

Tra cento anni la gente non potrà credere

Il Dr. Zaki era ben consapevole che il suo lavoro avrebbe mai avuto fine.
“Pensiamo di sapere tutto”, aveva detto al New York Times nel 2007, “ma non conosciamo neppure la punta dell’iceberg”.
“Ci sono così tanti virus e batteri di cui non sappiamo nulla, per i quali non abbiamo test”, aveva aggiunto. “Tra cento anni la gente non potrà credere al numero di agenti patogeni di cui non conoscevamo neppure l’esistenza”.

Sam Roberts, Dr. Sherif R. Zaki, Acclaimed Disease Detective, Dies at 65, The New York Times (4/12/2021). Nella foto (ASIP Pathways, Raymond McCrea Jones) Dr. Sherif R. Zaki.

Rendere invisibile la guerra

L’esercito americano rimane l’istituzione più rispettata degli Stati Uniti, nonostante non abbia più vinto una guerra importante dopo il secondo conflitto mondiale. È popolare nonostante (o a causa) del fatto che, in assenza della leva obbligatoria, soltanto una piccola percentuale di americani ne farà mai parte e che quelli che vi entrano provengono in misura sproporzionata da famiglie povere. Negli ultimi anni il numero di fornitori privati ​​uccisi nelle guerre americane ha iniziato a superare il numero dei militari morti in uniforme, un altro fattore che aiuta a relegare le guerre ai margini dei media. Ancora meno reclute saranno richieste via via che i militari si affidano a reti di computer e all’alta tecnologia. Arkin scrive che la strategia americana è “rendere invisibile la guerra, non solo perché l’antiterrorismo richiede segretezza, ma anche perché nell’esercito si presume che il pubblico americano non ne voglia sapere poiché non è disposto a sacrificarsi”.

Dexter Filkins, Did Making the Rules of War Better Make the World Worse?, The New Yorker (13/9/2021), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) bare di soldati americani durante la Seconda guerra mondiale.

Così mi sono legato alle pietre che non ingannano

L’abisso archeologico è certamente buio ma anche perfettamente stabile, sicuro sotto i nostri piedi, perché i morti mai deludono o tradiscono dato che molto già sai di loro – come un profeta all’incontrario – e devi solamente completare dizione, scena, mobilio e costume; insomma i morti sono già dati, devi solo cercarli e se ne hai bisogno rimangono fedeli: non possono abbandonarti o farti del male. Così mi sono legato alle pietre che non ingannano.

Andrea Carandini, L’ultimo della classe, Rizzoli (2021)

Non sapeva perché fosse morto

La voce era per lui sicuramente più importante della storia. Non ha mai prestato attenzione a un elemento costituente del romanzo poliziesco, della storia di detective: la trama. C’è un aneddoto molto famoso, di quando fu girato il film tratto da “Il grande sonno”. Il regista Howard Hawks aveva inviato un telegramma a Chandler, voleva conoscere un particolare, su qualcuno che muore nel romanzo, un autista che non è chiaro perché muoia, perché sia stato ucciso. Chandler gli aveva risposto che non sapeva perché fosse morto…
Cercare di riassumere un romanzo di Chandler è molto molto difficile, proprio perché non gli importava molto della storia, perché in effetti i suoi interessi erano altrove. Tra gli interessi di Chandler c’era la formula del romanzo poliziesco, un argomento di cui aveva scritto con passione. Inoltre era molto interessato al linguaggio e all’arguzia della sua narrazione. Ciò che rende Chandler così unico è il fatto che le sue storie sono così divertenti, sono davvero piene di battute molto divertenti.

A Coat, a Hat and a Gun, BBC Radio 4 (3/2/2011), traduzione L.V. Nella foto (Wikiquote) Humphrey Bogart e Lauren Bacall in “Il grande sonno” di Howard Hawks (1946).

Cose che non sapeva di poter dire

Fanno nevicare in arabo, cambiano il nome al mare,
portano cammelli in Svezia,
fanno che Don Chisciotte cavalchi su Ronzinante
dalla Mancha alla Manciuria.
Fanno delle cose strane, pressapoco impossibili.
Dicono nella propria lingua
cose che mai e poi mai quella lingua aveva detto prima,
cose che non sapeva di poter dire.

Juan Vicente Piqueras, I traduttori, in Autori Vari, L’arte di esitare, Dodici discorsi sulla traduzione, Marcos y Marocs (2019)