La sopravvivenza del più amichevole

Brian Hare, a cui a dispetto del cognome piace essere conosciuto come un cinofilo, suggerisce che i cani si siano evoluti da branchi di lupi che cercavano cibo tra i rifiuti lasciati dagli esseri umani. Quelli che avevano maggiori probabilità di sopravvivere erano, sempre secondo Hare, gli animali che avevano meno paura del contatto con i membri della nostra specie e che si sono via via trovati a proprio agio in presenza di esseri umani. Nelle parole di Hare, si è trattato della “sopravvivenza del più amichevole”.

Michael C. Corballis, The Wandering Mind, The University of Chicago Press (2015), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, PopTech) Brain Hare.

Alla scomparsa dei pendolari

Nei tre anni dall’inizio della pandemia di Covid-19, centinaia di migliaia di persone hanno lasciato New York, alcune temporaneamente, altre per sempre. Si ritiene che la sola Manhattan abbia perso duecentomila famiglie. Insieme ai quasi quarantacinquemila morti a causa del virus, la batosta economica è stata durissima: più di centomila posti di lavoro persi non sono ancora stati recuperati. Il turismo, che dà lavoro a molta gente, si sta lentamente riprendendo. Ma la perdita più dura dal punto di vista economico è dovuta alla scomparsa dei pendolari.
Quasi quattro milioni di persone entravano, nei giorni feriali, nei quartieri degli affari di Manhattan. Oggi, in media, viene in ufficio poco meno della metà degli impiegati di Midtown. Interi ecosistemi che servivano quelle persone – negozi, rosticcerie, bar, ristoranti, chioschi, negozi di manicure – sono stati annientati, spazzati via. Il tasso di uffici vuoti a Midtown è il più alto dagli anni Settanta, ossia da quando i dati a questo proposito sono stati pubblicati per la prima volta. Anche gli spazi commerciali al dettaglio, sfitti, sono tantissimi. Quel Hooters sulla Trentatreesima Ovest? Chiuso definitivamente. Di notte molte strade, che fino a tre anni fa erano animate, oggi sembrano deserte.
Il lavoro a distanza non scomparirà e non si può dare la colpa ai pendolari per essere scappati. Tanti spostamenti sono gravosi, dispendiosi, snervanti. Il numero di passeggeri che usa la metropolitana nei giorni feriali è un terzo in meno rispetto al 2019 e le linee dei pendolari hanno subito riduzioni simili. In un recente rapporto pubblicato congiuntamente, a firma del sindaco e del governatore, la mancanza di passeggeri è stata descritta come “una sfida esistenziale per la stabilità finanziaria dell’Autorità Metropolitana dei Trasporti”. Janno Lieber, presidente e amministratore delegato della M.T.A., ha affermato che il modello di base dovrà cambiare; ha sostenuto che, piuttosto che contare sulle entrate dalla vendita di biglietti, e quindi sui loro prezzi, il trasporto pubblico dovrà essere finanziato come un servizio essenziale, al pari della polizia o della raccolta dei rifiuti.

William Finnegan, The Fight Over Penn Station and Madison Square Garden, The New Yorker (13/3/2023), traduzione L.V.

Posso spiegarlo ai miei nipoti

Per il dottor Daly uno dei principi chiave era che la crescita è “antieconomica” quando i suoi costi superano i suoi benefici. Quell’idea era legata a un’altra: la Terra, un tempo vuota, è ora piena – di persone e di ciò che producono –- e per progettare un percorso più sostenibile occorre usare meno risorse naturali e produrre meno rifiuti.
“Non è davvero difficile da capire”, il dott. Daly aveva detto in una videointervista del 2011 con il WWF svedese. “Posso spiegarlo ai miei nipoti”.

Ed Shanahan, Herman Daly, 84, Who Challenged the Economic Gospel of Growth, Dies, The New York Times (8/11/2022), traduzione L.V. Nella foto (University of Maryland) Herman Daly.

Un’illusione

Anche coloro che hanno i mezzi per evitare il caldo – passando da una casa con aria condizionata a un auto con aria condizionata a un ufficio con aria condizionata – alla fine non potranno che perdere anche loro la gara. Non si possono tenere alla larga i cambiamenti climatici allo stesso modo in cui una “gated community” lascia lascia fuori la criminalità, i rifiuti o il traffico. È un’illusione pensare che possiamo danneggiare l’intero pianeta senza soffrire troppo noi stessi.

Dhruv Khullar, Living Through India’s Next-Level Heat Wave, The New Yorker (25/7/2022), traduzione L.V. Nella foto (Wikimedia) la “gated community” di Brickell Key a Miami in Florida.

2500 mucche = 400mila abitanti

Secondo i risultati di uno studio in parte sostenuto dal Dipartimento delle risorse naturali del Wisconsin, i liquami di letame che defluiscono dagli allevamenti industriali contribuiscono a forti aumenti di batteri e nitrati nelle falde acquifere dello stato (una fattoria con 2500 mucche produce altrettanti rifiuti di una città di 400mila abitanti).

Dan Kaufman, How Suffering Farmers May Determine Trump’s Fate, The New Yorker (17/8/2020), traduzione L.V.

Scambiati per una cipolla turca

800px-Saskia_van_Uylenburgh_(1612-1642)_as_Flora,_by_RembrandtI tulipani arrivarono per la prima volta nei Paesi Bassi nel 1562. Scambiati per una cipolla turca, furono assaggiati, trovati deludenti e buttati nella spazzatura, quindi salvati da qualcuno che vide spuntare dei fiori dal mucchio di rifiuti in primavera.

Susanne Masters, Chasing Rembrandt’s tulips on two wheels, The New York Times (22/4/2019), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) Rembrandt van Rijn, Flora (1634), Museo dell’Hermitage, San Pietroburgo.

 

Il figlio curioso (o affamato) di uno dei primi contadini

Illustration_Prunus_dulcis0Quasi tutte le mandorle selvatiche contengono un composto chimico assai amaro chiamato amigdalina, che a sua volta si scinde e dà luogo al velenosissimo cianuro: uno spuntino di questi semi basta a uccidere qualche pazzoide che non si faccia scoraggiare dal loro sapore amaro. Ma il primo passo verso la domesticazione è sempre dato dalla raccolta di frutti selvatici: chi può avere mai pensato di portarsi a casa una bella manciata di mandorle velenose?
La risposta sta nella presenza di una mutazione occasionale in un gene che impedisce al mandorlo di sintetizzare l’amigdalina. Nei boschi questi alberi sfortunati muoiono senza progenie, perché gli uccelli di solito si mangiano tutti i semi. Ma il figlio curioso (o affamato) di uno dei primi contadini può essersi accorto della piacevole novità, così come al giorno d’oggi capita con alcune querce le cui ghiande sono dolci e non amare come al solito. Quindi, quelli dolci furono gli unici semi che i primitivi si portarono a casa e piantarono prima inconsciamente tra i loro rifiuti e poi internazionalmente nei giardini.

Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie, traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi (1998)

Questo paesaggio mi sembra il Texas

_dsc3870copiaLa strada dritta costeggia il canale, e oltre il canale si spalanca l’orizzonte con lontane barriere di pioppi. Sulla destra adesso l’enorme costruzione grigia dello zuccherificio di Codigoro, in rovina. Tutte le finestre su tre piani hanno i vetri rotti, muri con chiazze di muffa, e anche un lucernario sulla cima ha i vetri rotti. Erbe spontanee crescono nel vasto cortile tra i resti di pavimentazione, e sulla cancellata sopravvive una scritta: “ERIDANIA”, ZUCCHERIFICI NAZIONALI.
Un tempo era l’unica industria esistente in queste zone, tutti volevano fare la campagna dello zucchero; e il nome greco del Po (legato al mito di Fetonte) mi è tornato in mente grazie a quella parola tra virgolette. Un po’ come il pensiero di una vecchia fidanzata, epoche in cui la famiglia radunava tutti, e si usava dare nomi mitici alle industrie, perché le industrie erano giganti mitici. Adesso un cartello dice: LOTTIZZAZIONE INDUSTRIALE ERIDANIA. Sotto, un numero di telefono per informazioni e vendite.
Di fronte allo zuccherificio in rovina, sulla sponda del canale ci sono mucchi di rifiuti. Qualcuno ha scaricato un vecchio frigorifero, un materasso a molle, una sedia rotta. Vicino ai rifiuti, due vecchi signori in bici s’erano fermati a guardare, e ci siamo guardati.
Camminando sempre lungo il canale, adesso questo paesaggio mi sembra il Texas.

Gianni Celati, Verso la foce, Feltrinelli (1989). La foto viene da qui.