La fede nel dualismo

Lo psicologo Paul Bloom, nel libro dal titolo Descartes’ Baby, si spinge fino a suggerire che siamo effettivamente nati per essere dei dualisti filosofici, come lo era lo stesso Cartesio, e per credere che la mente sia separata dal corpo. Il dualismo, suggerisce Bloom, è innato.
Questo non vuole ovviamente dire che le nostre menti siano separate dai nostri corpi: è solo che siamo predisposti a crederlo. È davvero difficile convincere la maggior parte delle persone, eccetto noi baldi psicologi e materialisti neuroscienziati, che siamo semplicemente creature di carne e ossa, con processi fisici all’interno delle nostre teste che dettano i nostri pensieri e le nostre azioni. La fede nel dualismo, ossia l’idea che la mente possa sfuggire al corpo e ai vincoli del mondo fisico, è del resto un aspetto del pensiero errante.

Michael C. Corballis, The Wandering Mind, The University of Chicago Press (2015), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, no Fronteiras do Pensamento) Paul Bloom.

La fabbrica della paura del cervello

Tra i tipi di suoni detestati, hanno qualcosa in comune il rumore delle unghie su una lavagna, le posate che stridono su un piatto e – significativamente – gli strilli dei bambini. Sono tutti suoni intensi e acuti. In ogni cultura umana, profili sonori di questo genere sono indice di un disagio estremo. Anche quando sappiamo che dietro un suono come questo non c’è alcun pericolo o sofferenza, non siamo in grado di razionalizzare. Questo perché le urla, e molti altri suoni ad alta frequenza con queste caratteristiche, sono trasmessi direttamente all’amigdala, la fabbrica della paura del cervello. La conseguenza è che siamo predisposti a trattare le urla in modo diverso rispetto ad altri suoni: ci mettono in forte tensione perché eludono i normali sistemi di elaborazione. Non è un caso che gli allarmi e molti altri segnali di allerta utilizzino le stesse frequenze sonore; milioni di anni di evoluzione ci hanno lasciato incapaci di ignorarli. In uno studio è stata esaminata la capacità delle persone di identificare i diversi contesti dei richiami di vari animali. Alcuni ricercatori hanno scoperto così che noi umani siamo particolarmente bravi a individuare i richiami degli animali sofferenti. Ammesso che nel regno animale esista un tipo di segnale universale, l’urlo potrebbe essere il solo con questa caratteristica.

Ashley Ward, Sensational, Profile Books (2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un bambino che strilla.