Ogni anno, a seguito della stagione di piogge intense, il Nilo straripava e inondava ampie regioni depositando il limo. Questo sedimento era all’origine della grande fertilità dei terreni lungo il fiume. Quando le acque si ritiravano bisognava ritracciare i confini dei campi che erano stati cancellati dalla piena. Il motivo era venale e ce lo racconta lo storico Erodoto riferendosi alla decisione del faraone Sesostri III, che regnò attorno al 1850 a.C., di suddividere tra i suoi sudditi il terreno coltivabile affidando a ciascuno una particella di forma quadrata: «Dicevano che questo re [Sesostri] distribuì il territorio fra tutti gli egiziani, dando a ciascuno un lotto uguale di forma quadrata, e che in base a questa suddivisione si procurava le entrate, avendo imposto il pagamento di un tributo annuo. Se da un podere il fiume asportava una qualche parte, il proprietario, recatosi presso il re, gli segnalava l’accaduto: egli allora mandava funzionari che osservavano e misuravano di quanto il terreno era divenuto più piccolo, affinché per l’avvenire il proprietario pagasse in proporzione il tributo. Io ritengo che in seguito a ciò sia stata inventata la geometria e sia poi passata in Grecia».
Piero Martin, Le 7 misure del mondo, Laterza (2021). Nella foto (L.V.) una riva del Nilo in Egitto (2010).