Travestirsi da pompieri

I piromani hanno spesso l’abitudine di travestirsi da pompieri. Mark Zuckerberg di Meta (Facebook in origine), durante la campagna elettorale del 2020 ha lasciato, al pari di qualunque altro americano, che la disinformazione e l’incitamento all’odio andassero fuori controllo sulle sue piattaforme, per poi donare – con sua moglie, Priscilla Chan – 300 milioni di dollari in aiuti per proteggere quella stessa elezione dalle medesime forze che aveva contribuito a scatenare. Google, dopo aver concorso, con la sua enorme forza di mercato nella pubblicità online, a fare a brandelli la raccolta dei notiziari locali di tutto il Paese, ha fatto una giravolta promettendo di donare 15 milioni di dollari alla campagna “Support Local News”. A un certo punto un membro della famiglia Sackler, la cui azienda Purdue Pharma aveva prodotto e promosso l’OxyContin contribuendo a diffondere l’epidemia di oppiacei, ha riflettuto in alcuni messaggi di una chat di gruppo che ho potuto esaminare e pubblicare sulla mia newsletter, The.Ink, sul fatto che l’azienda avrebbe dovuto “impegnarsi a creare una fondazione, cui destinare un miliardo di dollari nei prossimi dieci anni, in modo da avere un ruolo di primo piano nella gestione dell’epidemia”.

Anand Giridharadas, Elon Musk Is a Problem Masquerading as a Solution, The New York Times (26/4/2022), traduzione L.V. L’immagine del costume da pompiere viene da qui.

La banalità del male in formato M.B.A.

L’accordo federale con la Purdue arriva mentre gli Stati e i comuni stanno chiedendo ai produttori di oppiacei risarcimenti per avere contribuito ad alimentare una crisi sanitaria che dal 1999 ha ucciso più di 450.000 americani. La Purdue sta adesso cercando la protezione dalla bancarotta, al pari di altri produttori.
“Questa è la banalità del male in formato M.B.A.”, ha detto, del lavoro della McKinsey con la Purdue, Anand Giridharadas, un ex consulente della McKinsey stessa che ha esaminato i documenti. “Sapevano cosa stava succedendo. E hanno trovato la maniera di girarci attorno, di traverso e oltre, in modo da rispondere alle uniche domande a cui tenevano: come far fare soldi al cliente e come proteggersi, quando le vie d’uscita si stavano chiudendo”.

Walt Bogdanich and Michael Forsythe, McKinsey Proposed Paying Pharmacy Companies Rebates for OxyContin Overdoses, The New York Times (27/11/2020), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) una pillola di OxyContin.

Per contrastare i messaggi emotivi delle madri

Il coinvolgimento della McKinsey nella crisi degli oppiacei è venuto alla luce all’inizio dello scorso anno, con il rilascio di documenti da parte del Massachusetts, uno degli Stati che hanno fatto causa alla Purdue. Quei documenti mostrano che la McKinsey stava aiutando la Purdue a trovare un modo “per contrastare i messaggi emotivi delle madri di adolescenti che avevano avuto un’overdose” da OxyContin.

Walt Bogdanich and Michael Forsythe, McKinsey Proposed Paying Pharmacy Companies Rebates for OxyContin Overdoses, The New York Times (27/11/2020), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) una pillola di OxyContin.

Uno sconto per ogni overdose

Quando la Purdue Pharma ha accettato il mese scorso di dichiararsi colpevole delle accuse penali per il farmaco OxyContin, il Ministero della Giustizia ha preso atto del ruolo che una società di consulenza non identificata aveva svolto nel promuovere le vendite dell’antidolorifico che crea dipendenza, quando l’indignazione pubblica per le numerose overdose stava crescendo.
I documenti rilasciati la scorsa settimana a New York dalla corte fallimentare federale mostrano che i consulenti erano della McKinsey & Company, la società più prestigiosa al mondo in questo campo. Le 160 pagine includono e-mail e slides che rivelano nuovi dettagli sui suggerimenti della McKinsey per la famiglia Sackler, i miliardari proprietari della Purdue, e sul famigerato piano dell’azienda di “mettere il turbo” alle vendite di OxyContin in un momento in cui l’abuso di oppiacei aveva già ucciso centinaia di migliaia di americani.
In una presentazione del 2017, secondo i documenti depositati in tribunale per conto di numerosi procuratori generali di diversi Stati, la McKinsey aveva presentato diverse opzioni per sostenere le vendite. Una prevedeva di offrire ai distributori dei prodotti della Purdue uno sconto per ogni overdose da OxyContin attribuibile alle pillole vendute.

Walt Bogdanich and Michael Forsythe, McKinsey Proposed Paying Pharmacy Companies Rebates for OxyContin Overdoses, The New York Times (27/11/2020), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) una pillola di OxyContin.

Una vera famiglia filantropica

2017_10_30È incredibile come siano esclusi dal dibattito non solo sulle cause ma anche sulle soluzioni”, Allen Frances, lo psichiatra della Dukes University, ha commentato sui Sackler. “Una vera famiglia filantropica, guardando indietro agli ultimi venti anni, direbbe, ‘Milioni di americani sono tossicodipendenti a causa nostra, direttamente o indirettamente”. Donare del denaro per prendersi cura di loro sarebbe un vero atto di filantropia. Invece mettere il proprio nome su un edificio, a questo punto, suona falso. Secondo l’American Society of Addiction Medicine, oltre due milioni e mezzo di americani soffrono di un disturbo da uso di oppiacei. Frances ha aggiunto: “Se i Sackler desiderassero ristabilire il loro buon nome, potrebbero utilizzare una parte consistente della loro fortuna per creare un sistema di cure gratuite per tutti coloro che sono diventati dipendenti”.

Patrick Radden Keefe, The Family That Built an Empire of Pain, The ew Yorker (30/10/17), traduzione L.V.