Il suono più forte della storia moderna

Molti libri sui rumori menzionano il vulcano indonesiano Krakatoa che, nell’agosto del 1883, emise quello che viene comunemente considerato il suono più forte della storia moderna. L’eruzione fu udibile fino a quasi cinquemila chilometri di distanza. Il capitano di una nave britannica, che si trovava a circa quaranta miglia da lì, aveva scritto: “Le esplosioni sono così violente, che i timpani di oltre metà del mio equipaggio si sono rotti. I miei ultimi pensieri sono per la mia cara moglie. Sono convinto che il Giorno del Giudizio sia arrivato”.

Alex Ross, What Is Noise?, The New Yorker (22-29/4/2024), traduzione L.V. Nella foto (Biblioteche dell’Università di Leida) l’eruzione del vulcano di Krakatoa nel 1883.

Hanno trasformato Londra in una mecca per reprobi danarosi

Londra è così bella che è facile dimenticare che gran parte di essa è stata costruita grazie alle razzie imperiali. Questa dissonanza, tra la patina di raffinatezza e le forze sinistre che pulsano sotto la sua superficie, è diventata particolarmente acuta negli ultimi decenni, quando il Regno Unito, spogliato del proprio impero, ha trovato un nuovo ruolo come base capace e spaziosa per i cleptocrati globali. Nel recente libro dal titolo “Butler to the World: How Britain Helps the World’s peggior People Launder Money, Commit Crimes, and Get Away with Anything”, Oliver Bullough spiega che una combinazione di fattori, tra cui una regolamentazione permissiva, una debole applicazione delle leggi, norme sulla diffamazione favorevoli ai querelanti, contabili discreti, avvocati senza scrupoli, immobili di lusso e scuole di antica reputazione, hanno trasformato Londra in una mecca per reprobi danarosi: una moderna Casablanca. Il mercato immobiliare londinese offre innumerevoli opportunità a chi cerca di parcheggiare una losca fortuna. Fate una passeggiata a Belgravia o a Regent’s Park e noterete che molte delle abitazioni multimilionarie non sono abitate e hanno le persiane abbassate. Qui c’è una cassetta di sicurezza per un magnate di un settore turbolento; lì una polizza assicurativa per un corrotto ministro delle miniere. Londra è la capitale delle facciate immacolate, spesso dipinte in colori che vanno dalla crema all’avorio ad altre tinte da torta nuziale; l’estetica dominante della città è letteralmente quella del candeggio. Come affermato in un rapporto del 2021 del “think tank” britannico Chatham House, il Regno Unito è una “casa accogliente per il denaro sporco”.

Patrick Radden Keefe, A Teen’s Fatal Plunge Into the London Underworld, The New Yorker (5/2/2024). Nella foto (Wikipedia, Paul Farmer) una piazza del quartiere Belgravia a Londra.

E soprattutto l’Arno, vicino al mare

Tre studenti di Pisa, raccolti con l’autostop. Si lamentano di non poter andare a San Rossore, perché è del Presidente della Repubblica: scartano Marina di Pisa, è vecchia; vanno a Tirrenia perché è tutta moderna, americana: american beach.
Io invece trovo bella Marina, e soprattutto l’Arno, vicino al mare, con dei villini di legno dolcissimi, sulle rive d’un verde delicato.

Pier Paolo Pasolini, La lunga strada di sabbia, Guanda (2017). Nella foto (Wikipedia) Bocca d’Arno a Marina di Pisa.

Posso fare qualsiasi cosa con l’mRNA

Un incontro davanti a una fotocopiatrice ha cambiato le cose. Il dottor Weissman stava passando di lì e lei ha iniziato a chiacchierare. “Gli ho detto, ‘Sono un’esperta di RNA – posso fare qualsiasi cosa con l’mRNA'”, ha ricordato la dottoressa Kariko.
Il dottor Weissman le aveva detto che voleva fare un vaccino contro l’HIV. “Gli ho risposto, ‘Sì, sì, certo, sono in grado di farlo'”, ha detto la dottoressa Kariko.
In realtà, nonostante la sparata, la sua ricerca sull’mRNA si era bloccata. Era in grado di creare molecole di mRNA capaci di istruire cellule in coltura a produrre la proteina desiderata. Ma l’mRNA non funzionava nei topi di laboratorio.
“Nessuno capiva perché”, ha detto il dottor Weissman. “L’unica cosa che sapevamo era che i topi si ammalavano. Il pelo si arruffava, si ingobbivano, smettevano di mangiare e di correre”.
Si è poi scoperto che il sistema immunitario riconosce i microbi invasori intercettando il loro mRNA e rispondendo con l’infiammazione. Le iniezioni di mRNA fatte dagli scienziati, al sistema immunitario apparivano come un’invasione di agenti patogeni.
La scoperta ha dato origine a un altro enigma. Ogni cellula del corpo di ogni persona produce mRNA, ma il sistema immunitario chiude un occhio. “Perché l’mRNA che io producevo era diverso?”, si era chiesta la dottoressa Kariko.
Un controllo in un esperimento aveva finalmente fornito un indizio. La dottoressa Kariko e il dottor Weissman avevano notato che il loro mRNA aveva causato una reazione immunitaria eccessiva. Non però le molecole di controllo, fatte con un’altro tipo di RNA umano, il cosiddetto transfer RNA, o tRNA.
Una molecola chiamata pseudo-uridina, che si trova nel tRNA, aveva evitato di incappare nella risposta immunitaria. Come si è poi scoperto, anche l’mRNA umano presente in natura contiene quella stessa molecola.
Quando la dottoressa Kariko e il dottor Weissman hanno aggiunto la pseudo-uridina all’mRNA da loro prodotto, non c’è stata reazione da parte del sistema immunitario, e inoltre l’mRNA è diventato anche molto più potente, permettendo in ogni cellula una sintesi dieci volte maggiore ​​di proteine.
L’idea che l’aggiunta di pseudo-uridina all’mRNA lo potesse proteggere dal sistema immunitario è stata una scoperta scientifica di base, che ha aperto la strada a una vasta gamma di potenziali applicazioni, una più entusiasmante dell’altra. Significava che l’mRNA poteva essere utilizzato per alterare le funzioni delle cellule senza provocare una reazione da parte delle difese dell’organismo.
“Entrambi abbiamo iniziato a scrivere progetti”, ha detto il dottor Weissman. “Sono stati quasi tutti rigettati, la gente non era interessata all’mRNA. I revisori dei nostri progetti avevano scritto nelle loro valutazioni che la ricerca non sarebbe stata promettente, dato che l’mRNA non sarebbe mai stato una buona terapia”.
Le principali riviste scientifiche avevano rifiutato i loro risultati. Quando finalmente erano riusciti a pubblicarli, su Immunity, pochi mostrarono interesse.
Il dottor Weissman e la dottoressa Kariko avevano poi mostrato che potevano indurre un primate – una scimmia – a produrre una proteina che avevano selezionato. In questo caso, avevano iniettato nelle scimmie l’mRNA per l’eritropoietina, una proteina che stimola il corpo a produrre globuli rossi. La conta dei globuli rossi delle scimmie era aumentata vertiginosamente.
I due scienziati pensavano che lo stesso metodo potesse essere utilizzato per indurre l’organismo a produrre qualsiasi farmaco a base di proteine, come l’insulina o altri ormoni, o alcuni dei nuovi farmaci per il diabete. L’mRNA avrebbe potuto anche essere usato per fare vaccini diversi da quelli in uso.
Invece di iniettare un pezzo di virus nel corpo, i medici avrebbero potuto iniettare mRNA che avrebbe istruito le cellule a produrre per breve tempo quella parte del virus.
“Abbiamo parlato con diverse aziende farmaceutiche e con dei venture capitalist. A nessuno interessava”, ha detto il dottor Weissman. “Facevamo molto baccano, ma nessuno ci ascoltava.”
Alla fine, però, due società biotecnologiche hanno preso atto del loro lavoro: la Moderna, negli Stati Uniti, e la BioNTech, in Germania.

Gina Kolata, Kati Kariko Helped Shield the World From the Coronavirus, The New York Times (8/4/2021), traduzione L.V. Nella foto (University of Pennsylvania) Kati Kariko e Drew Weissman quando hanno ricevuto il vaccino a mRNA sviluppato grazie alle loro scoperte.