A cui la scienza non ha ancora dato un nome

New York era immonda a livelli indescrivibili. All’inizio del Novecento i tre milioni di abitanti di New York producevano ciascuno circa mezzo chilo di spazzatura al giorno, più le ceneri, in base ad alcune stime. Parte del pattume consisteva in cose che potreste vedere anche oggi: stracci sporchi, gusci di ostriche, teste di pesce. Altri rifiuti – tra cui trucioli di legno e organi di maiale – riflettevano la realtà dell’epoca. Gran parte di questo diluvio quotidiano di ceneri e liquami veniva scaricato nel porto, una calamità ambientale dalla quale le forme di vita acquatica locali non si sono mai riprese completamente. In buona parte finiva anche per strada, dove si mescolava a carcasse di animali in decomposizione, letame e urina. “Accanto ai binari della ferrovia, le strade mostravano grandi cumuli di una sostanza nera e sgradevole a cui la scienza non ha ancora dato un nome”, lamentava un editoriale del 1874 pubblicato sul New York Tribune. “Ovunque la sporcizia offendeva l’occhio e insozzava la persona dello sventurato pedone”.

Eric Lach, The Ex-N.Y.P.D. Official Trying to Tame New York’s Trash, The New Yorker (15/4/2024), traduzione L.V. Nella foto (Discard Studies) carri con sacchi di stracci a New York (Alice Austen, 1896).

Un’abitazione su cinque

Almeno un’abitazione su cinque negli Stati Uniti non è collegata alla rete fognaria municipale. Le inondazioni spargono i liquami lungo i prati attorno alle case e dentro le superfici abitabili, portando con sé il rischio di virus, batteri e parassiti che prosperano nelle feci. Negli studi effettuati sono stati trovati E. coli e batteri coliformi fecali nei pozzi e nelle acque pubbliche di tutta la Black Belt dell’Alabama. Un inviato delle Nazioni Unite in visita nel 2017, che stava stendendo un rapporto sulle condizioni di povertà estrema, ha affermato di non avere mai incontrato un simile problema legato alle acque reflue in nessun altro Paese del mondo sviluppato. Aveva detto che “non è qualcosa che si vede normalmente”.

Alexis Okeowo, The Heavy Toll of the Black Belt’s Wastewater Crisis, The New Yorker (30/11/2020), traduzione L.V.

2500 mucche = 400mila abitanti

Secondo i risultati di uno studio in parte sostenuto dal Dipartimento delle risorse naturali del Wisconsin, i liquami di letame che defluiscono dagli allevamenti industriali contribuiscono a forti aumenti di batteri e nitrati nelle falde acquifere dello stato (una fattoria con 2500 mucche produce altrettanti rifiuti di una città di 400mila abitanti).

Dan Kaufman, How Suffering Farmers May Determine Trump’s Fate, The New Yorker (17/8/2020), traduzione L.V.