Spalancatela

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La noia è una visuale sulle proprietà del tempo che uno tende a ignorare, mettendo possibilmente in pericolo il proprio equilibrio mentale. È una finestra sull’infinitudine del tempo. Una volta aperta questa finestra, non provate a chiuderla; al contrario, spalancatela.

Iosif Brodskij citato da Michael C. Corballis in The Wandering Mind, The University of Chicago Press (2015), traduzione L.V. Nella foto (Stanford University) Iosif Brodskij.

Povertà assoluta e povertà relativa

Una misura assoluta della povertà fissa una soglia per ciò che costituisce, appunto, la povertà e la mantiene anno dopo anno, adeguando soltanto il valore rispetto all’inflazione. Il problema di una misura assoluta è che, con l’aumento del tenore di vita, le persone che si trovano al livello di tale soglia restano sempre più indietro. In altre parole, i lussi di ieri sono le necessità di oggi. Prendete per esempio Internet. Anni fa era un optional, mentre oggi è difficile partecipare pienamente all’economia e alla società senza accesso a Internet.
Adam Smith, il grande economista scozzese, aveva individuato il problema delle misure assolute del tenore di vita nel 1776, ne “La ricchezza delle nazioni”:
«Una camicia di lino, per fare un esempio, non è in senso stretto un oggetto necessario alla vita. I Greci e i Romani vivevano, suppongo, molto comodamente anche senza possedere indumenti di lino. Oggigiorno però, nella maggior parte dell’Europa, un rispettabile lavoratore a giornata si vergognerebbe ad apparire in pubblico senza una camicia di lino, la cui mancanza denoterebbe un deplorevole grado di povertà in cui, si presume, nessuno può cadere senza una cattiva condotta estrema».
Una misura relativa fissa invece la soglia di povertà in relazione al modo in cui vivono le altre persone – per esempio, come percentuale del reddito mediano – quindi la povertà nel tempo tende a essere ridefinita verso l’alto. Ciò risolve un problema, ma ne crea altri. Ad alcune persone, soprattutto ai conservatori, dà fastidio il fatto che persone il cui reddito una generazione fa le avrebbe collocate esattamente nella classe media siano ora definite povere. Un parametro relativo sembra infatti ignorare se non addirittura celare l’aumento del tenore di vita.

Peter Coy, The Unfinished Pursuit of a Better Poverty Measure, The New York Times (11/9/2023), traduzione L.V. Nell’incisione (Wikipedia, Library of Congress) John Kay, Adam Smith (1790).

Una fonte particolarmente abbondante di radiazioni

Il motivo per cui i cinghiali nella Germania meridionale portano più tracce delle radiazioni rispetto ad altri animali sta in un fungo, l’Elaphomyces, o tartufo dei cervi. I cinghiali scavano e mangiano questo fungo che altri animali selvatici ignorano, ha spiegato il professor Steinhauser, chiarendo un elemento cruciale di quello che è stato a lungo un mistero.
Sebbene molti altri organismi commestibili non siano più contaminati in modo significativo, gli Elaphomyces, che crescono diversi centimetri sotto la superficie terrestre, immagazzinano le radiazioni in modo particolarmente efficiente. (Secondo l’Ufficio federale tedesco per la protezione dalle radiazioni, alcuni funghi selvatici possono raggiungere più di 1000 becquerel per chilogrammo, sebbene i funghi selvatici siano ritenuti comunque sicuri se mangiati in piccole quantità).
A seconda della composizione del terreno e della profondità, i funghi possono essere esposti ad acqua contenente radiazioni vecchie anche di decenni, dovute sia ai test nucleari sia al disastro di Černobyl’, e per questo sono una fonte particolarmente abbondante di radiazioni.
Il signor Steiner, dell’Ufficio federale per la radioprotezione, ha osservato che, qualunque sia la fonte delle radiazioni, queste rappresentano comunque un rischio per gli esseri umani se i livelli sono sufficientemente elevati.
“Quando si tratta dell’esposizione degli esseri umani alle radiazioni, non importa se il cesio proviene dalla radioattività rilasciata dai test di armamenti nucleari o da quella dovuta all’incidente del reattore di Černobyl’”, ha detto, aggiungendo: “Ciò che conta è l’apporto totale di cesio-137 che una persona assume con gli alimenti provenienti dalla foresta”.

Christopher F. Schuetze, Europe’s Boars Still Hold Radioactivity. What Surprised Scientists Is Why, The New York Times (2/9/2023). Nell’illustrazione (Wikipedia) Elaphomyces vulgaris.

Disprezzo per le vite umane

Poi ci sono momenti in cui queste morti sono causate da un peccato di commissione, ossia un atto intenzionale di avidità e insensibilità. In questi giorni, in cui le temperature in Texas sono a tre cifre, il governatore Greg Abbott ha, per esempio, approvato una legge con cui ha annullato le normative locali in vigore a Austin e Dallas, per le quali i lavoratori edili erano obbligati a fare pause di dieci minuti ogni quattro ore per bagnarsi e rinfrescarsi con l’acqua. Con l’approvazione della stessa legge, Abbott ha inoltre impedito ad altre città di richiedere queste modeste misure di sicurezza. Acclamata dai sostenitori come pro-business, questa legge esprime un disprezzo per le vite umane che è scioccante e crudele. I legislatori del Texas sembrano intenti a punire le persone per l’audacia di appartenere alla classe operaia e avere al contempo bisogni fisici di base.
Tutti ci riscaldiamo. Tutti abbiamo bisogno di acqua. Tutti abbiamo bisogno di pause. I legislatori possono ignorare questa realtà perché lavorano (su leggi come questa) in uffici climatizzati. Tornano a casa percorrendo strade fatte dai lavoratori di cui mettono in pericolo la vita. Entrano nei loro garage, chiudono la porta al caldo torrido ed entrano nelle loro confortevoli case, dove i loro familiari non devono preoccuparsi di morire di caldo.
È inconcepibile che nel nostro ricco Paese lasciamo che gli operai e le persone economicamente svantaggiate muoiano invano in un caldo soffocante. Molte di queste morti potrebbero essere evitate con aria condizionata più accessibile, luoghi di lavoro sicuri, idratazione, e inoltre grazie ad addetti incaricati di sensibilizzare la gente fornendo informazioni su come proteggersi dal calore, e a persone che vadano a verificare le condizioni dei più vulnerabili al calore.

Tish Harrison Warren, Rising Heat Deaths Are Not Just About the Temperature, The New York Times (23/7/2023), traduzione L.V. Nell’immagine (National Weather Service, Weatherbell.com) le temperature registrate in Texas il 21/6/2023.

Parlare direttamente alla vista

Nel 1628, van Langren scrisse una lettera alla corte spagnola, nel tentativo di dimostrare quanto fosse importante migliorare il modo in cui veniva calcolata la longitudine (e di ottenere i fondi necessari a fare ciò). Per sostenere le proprie ragioni, disegnò un semplice grafico unidimensionale. Sulla sinistra aveva tracciato un punto, che rappresentava l’antica città di Toledo, in Spagna. Da questo punto, sul foglio aveva tracciato una singola linea orizzontale, segnandovi dodici punti lungo tutta la sua lunghezza, corrispondenti a calcoli storici della distanza longitudinale tra Toledo e Roma. Le stime erano molto diverse, sparse su tutta la linea. Un gruppo di stime corrispondeva a circa venti gradi, comprese quelle fatte dal grande astronomo Tycho Brahe e dal pioniere della cartografia, Gerardo Mercatore; altri, tra cui il celebre matematico Tolomeo, avevano approssimato a trenta gradi circa la distanza tra le due città. Tutte le stime erano per eccesso: oggi sappiamo che la distanza corretta è di sedici gradi e mezzo. Ma il grafico aveva lo scopo di mostrare quanto fossero divergenti le stime. A seconda di quale stima fosse utilizzata, un viaggiatore di Toledo sarebbe potuto finire ovunque tra circa cento e mille chilometri di distanza da Roma, per esempio nelle pianure della Bulgaria orientale.
Van Langren avrebbe potuto inserire questi valori in una tabella, come sarebbe stato tipico per l’epoca, ma, come osservano Friendly e Wainer, “solo un grafico è in grado di parlare direttamente alla vista”. Una volta visualizzati i numeri, le enormi differenze tra loro – e la posta in gioco che dipende da tali differenze – sono diventate impossibile da ignorare.

Hannah Fry, When Graphs Are a Matter of Life and Death, The New Yorker (21/6/2021), traduzione L.V. Nell’immagine (Wikipedia), la prima rappresentazione grafica di dati statistici elaborata dal cartografo fiammingo Van Langren sulle distanze longitudinali fra Toledo e Roma.

Tra i poveri che vivono fra i benestanti

“Paradossalmente la maggior parte delle minacce per la salute globale nel mondo si trovano oggi nelle nazioni che appartengono al G-20”, mi ha detto Peter Hotez, che sviluppa vaccini contro malattie tropicali neglette. Come mi ha spiegato, è facile ignorare i problemi dovuti alla povertà in luoghi che si considerano ricchi. “È tra i poveri che vivono fra i benestanti che oggi si registra il maggior numero dei casi al mondo di lebbra, tubercolosi, dengue, e la lista potrebbe continuare.”

Alexis Okeowo, The Heavy Toll of the Black Belt’s Wastewater Crisis, The New Yorker (30/11/20209), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) Peter Hotez.

Un compromesso necessario al volo

Un altro enigma che riguarda i pipistrelli è come il loro sistema immunitario tolleri le infezioni virali con tanta disinvoltura. La questione è oggi al centro di molti studi e ricerche su questi animali, per il potenziale valore medico per gli esseri umani.
I pipistrelli sono portatori di molti virus, senza che generalmente ne patiscano i sintomi. In almeno alcuni casi la concentrazione virale nel loro sangue tende a essere bassa. Inoltre non mostrano le stesse risposte infiammatorie degli altri mammiferi, il che è un fatto positivo per la loro longevità, dato che risposte infiammatorie eccessive possono essere pericolose e a volte travolgere l’organismo con reazioni peggiori del problema che le ha causate. Il sequenziamento dei genomi di diverse specie di pipistrelli ha rivelato che in essi è contenuta una quantità di geni legati all’immunità che è circa la metà di quelli degli esseri umani.
Perché l’evoluzione avrebbe dovuto smorzare le reazioni immunitarie nei pipistrelli? Un’ipotesi è che si tratti di un compromesso necessario al volo: il volo comporta un tale stress fisiologico che un sistema immunitario troppo vigile potrebbe reagire contro le tante molecole instabili prodotte nello sforzo compiuto dall’animale. Da questo punto di vista è meglio che il pipistrello ignori la presenza dei virus piuttosto che soffrire di sintomi autoimmuni a causa del volo. Quindi i pipistrelli potrebbero aiutare i ricercatori a comprendere meglio le malattie autoimmuni negli esseri umani? La domanda è aperta.

David Quammen, The Virus, the Bats and Us, The New York Times (11/12/2020), traduzione L.V. Nell’llustrazione (Wikiwand – lista di pipistrelli della frutta) pipistrelli della specie Pteropus capistratus Matschie.

Ignorare i cani che le leccavano le dita unte sotto il tavolo

978880467799HIG-768x1190Niente rivelava una buona o una cattiva educazione con altrettanta rapidità del comportamento a tavola e quando Elisabetta fu grande abbastanza per mangiare con gli adulti, dovete prendere confidenza con un nuovo capitolo dell’etichetta. Imparò a maneggiare cucchiaio e coltello (non si usavano forchette), a dire gentilmente «vi ringrazio» anche di fronte ai piatti che non gradiva, a lasciare le ossa spolpate allineate in un angolo del tagliere perché un servo le portasse via e a cercare di ignorare i cani che le leccavano le dita unte sotto il tavolo.

Carolly Erickson, Elisabetta I, Mondadori (1999)

 

Ma almeno non ci inciampa ogni giorno

VMS_11VIKTOR MAYER-SCHÖNBERGER: Non possiamo dimenticare deliberatamente. Se vi dico: “Per favore scordatevi che il mio secondo nome è Michael”, voi lo ricorderete. Accade esattamente l’opposto. Il problema è che non sappiamo come ignorare i ricordi del passato. Non sappiamo come perdonare se ricordiamo. E così, quando diventiamo una società che ricorda, diventiamo una società che non perdona.

MOLLY WEBSTER: Quindi tu sei un forte sostenitore delle politiche che aiutano a dimenticare, anche solo un po’.

VIKTOR MAYER-SCHÖNBERGER: Il punto che voglio sottolineare è questo: non sono a favore di distruggere i ricordi, sono a favore di metterli nella scatola delle scarpe e riporli in soffitta. In modo che se uno vuole davvero fare lo sforzo di andare lassù può recuperarli. Può leggerli. Si versa un bicchiere di vino e se li ripassa. Ma almeno non ci inciampa ogni giorno.

Viktor Mayer-Schönberger intervistato da Molly Webster in Right to be forgotten, prodotto da Molly Webster e Bethel Habte, Radiolab (23/8/19), traduzione L.V. Nella foto (http://www.vmsweb.net) Viktor Mayer-Schönberger.