Scrivere richiede una certa cura

Avevo sei anni.
Prendevo in mano un foglio di carta assorbente e accarezzandolo col palmo della mano lo poggiavo dove il pennino aveva lasciato le forme ripetute, umide, leggermente rialzate delle lettere dell’alfabeto.
Quell’operazione di asciugatura era parte di un atto che altrimenti sarebbe rimasto imperfetto, insoddisfacente.
Stavo scoprendo che scrivere richiede una certa cura.

Giovanni Mariotti, Piccoli addii, Adelphi (2020). Nella foto (Wikipedia, Willem van de Poll, Nationaal Archief) Renée, figliastra del fotografo Willem Van der Poll, tampona con la carta assorbente una macchia d’inchiostro nel 1932.

Estraendone fiumi di sapori e delizie

Piano piano imparai ad amare le parole col gusto che il musicista ha per i suoni ed i timbri, il pittore per i colori e gli impasti, lo scultore per le forme e la pelle della materia; ma in più c’era tutta l’infinita ricchezza semantica, il mondo sconfinato dei pensieri e dei sentimenti che le parole risvegliano e mettono in moto, che sono capaci d’evocare con precisione terribile o vaghezza dolcissima. La parola era infine un tesoro e una bomba. Ma soprattutto era una caramella, qualcosa da rigirare tra lingua e palato con voluttà, a lungo, estraendone fiumi di sapori e delizie.

Dacia Maraini, Fosco Maraini, Il gioco dell’universo, La nave di Teseo (2020)

Tracciare forme di oggetti che esistevano solo nella sua mente

Dalla lettera di van Langren trascorsero altri centocinquanta anni prima di ulteriori significativi progressi nella visualizzazione dei dati. Ciò avvenne grazie a un libro, del 1786, dell’ingegnere scozzese William Playfair. Il libro, “The Commercial and Political Atlas”, non conteneva neanche una carta geografica convenzionale, nonostante il titolo. Mostrava piuttosto la notevole capacità di Playfair di tracciare forme di oggetti che esistevano solo nella sua mente, imponendosi così nella storia dei grafici di dati. Playfair ci ha infatti fornito il grafico a linee di una serie temporale, il grafico a barre e, infine, il grafico a torta, praticamente l’intera suite di opzioni per grafici di Excel.

Hannah Fry, When Graphs Are a Matter of Life and Death, The New Yorker (21/6/2021), traduzione L.V. Nell’immagine (Wikipedia), un grafico a torta, elaborato da William Playfair, mostra le proporzioni delle parti dell’impero turco situate in Asia, Europa e Africa, prima del 1789.

La realtà così com’è, tutt’una con la nostra percezione

giorgio-morandi-natura-morta-1951-bologna-museo-morandi

Morandi ha passato mezzo secolo a fissare oggetti nel suo studio, spesso disposti su un unico tavolo alto che si era costruito per poter lavorare in piedi. Le tele, di frequente dipinte in modo un po’ confuso, sempre con pennellate delicate e dai colori tenui, sembrano ripetitive pur non dando la sensazione di esserlo. Ogni quadro potrebbe essere il primo e l’unico, tacitamente alle prese con il problema della rappresentazione pittorica: la riduzione delle tre dimensioni a due. Questa impresa ossessiva sembrava impedire a Morandi di estendere il suo perimetro a più soggetti o forme (nonostante gli occasionali tentativi con i paesaggi). È come se, ogni giorno, dovesse finalmente riuscirgli qualcosa che non è raggiungibile: la realtà così com’è, tutt’una con la nostra percezione.

Peter Schjeldahl, The Revelations of an Unlikely Pairing, The New Yorker (1/2/2021), traduzione L.V. Nella foto, Giorgio Morandi, Natura morta (1951), Museo Morandi, Bologna.

Il modo in cui il leopardo si è riempito delle sue macchie

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl brillante e tragicamente calunniato Alan Turing (1912-54) fu forse il primo a indebolire i racconti del presumibilmente bruttissimo Esopo (629-565 a.C., ammesso che sia mai esistito), e a dimostrare che il trattamento matematico delle onde per la diffusione di sostanze chimiche in contenitori di varie forme, forme come quella di un leopardo, per esempio, spiega i motivi del pelame degli animali, incluso il modo in cui il leopardo e la giraffa si sono riempiti delle loro macchie, la zebra delle sue striature, e le farfalle delle intricate bellezze delle loro ali. Perfino la proboscide dell’elefante è nata da un’onda di sostanze chimiche che si è diffusa nell’embrione precoce, secondo leggi matematiche espresse sotto forma di equazioni e delle loro soluzioni.

Peter Atkins, Conjuring the universe, Oxford University Press (2018), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un leopardo.