Nel corso di gran parte della storia del mondo occidentale i più ricchi sono stati visti, nelle loro comunità, come una presenza potenzialmente sfavorevole. Per tentare di placare questo sentimento hanno usato le proprie ricchezze per sostenere le loro società in tempi di crisi come pestilenze, carestie o guerre.
Questa relazione simbiotica non esiste più. I ricchi di oggi, la cui prosperità si è in gran parte preservata durante la Grande Recessione e la pandemia di Covid-19, si sono opposti a riforme volte a toccare le loro risorse per finanziare politiche di mitigazione di ogni tipo.
Si tratta di uno sviluppo storico eccezionale. Contribuire a pagare il conto delle grandi crisi è stata per lungo tempo la principale funzione sociale attribuita ai ricchi dalla cultura occidentale. In passato, quando i più ricchi sono stati percepiti come insensibili alla difficile situazione delle masse, e soprattutto quando sembravano trarre profitto da tali situazioni (o c’era semplicemente il sospetto che lo facessero), le società sono diventate instabili: ci sono stati scontri, aperte rivolte e violenze contro i ricchi. Poiché la storia ha la spiacevole caratteristica di ripetersi, faremmo bene a considerare gli sviluppi recenti, inclusa l’incapacità dei legislatori di aumentare le tasse per i più ricchi, in una prospettiva a lungo termine.
Guido Alfani, What Happens When the Super Rich Are This Selfish? (It Isn’t Pretty.), The New York Times (19/11/2023), traduzione L.V. Nella foto (Università Bocconi) il professor Guido Alfani.