Prima che col dopoguerra arrivasse il DDT, gli insetti infestavano le case — specie quelle di campagna — in misura difficile da immaginare per le generazioni successive, tanto di uomini quanto di insetti.
Tutte le sere io e mia madre perlustravamo le stanze, e il duro legno di castagno degli zoccoli destri — che temporaneamente impugnavamo combattendo in precario equilibrio sui sinistri — si abbatteva su millepiedi, forbicine, scorpioni e altre creature minuscole e senza nome, coaguli o assemblaggi di filamenti, di glassa lucente, di sangue nerastro.
Le nostre ronde serali erano spietate.
All’indomani dell’ecatombe le pareti tornavano a nereggiare.
Giovanni Mariotti, Piccoli addii, Adelphi (2020)