La fede nel dualismo

Lo psicologo Paul Bloom, nel libro dal titolo Descartes’ Baby, si spinge fino a suggerire che siamo effettivamente nati per essere dei dualisti filosofici, come lo era lo stesso Cartesio, e per credere che la mente sia separata dal corpo. Il dualismo, suggerisce Bloom, è innato.
Questo non vuole ovviamente dire che le nostre menti siano separate dai nostri corpi: è solo che siamo predisposti a crederlo. È davvero difficile convincere la maggior parte delle persone, eccetto noi baldi psicologi e materialisti neuroscienziati, che siamo semplicemente creature di carne e ossa, con processi fisici all’interno delle nostre teste che dettano i nostri pensieri e le nostre azioni. La fede nel dualismo, ossia l’idea che la mente possa sfuggire al corpo e ai vincoli del mondo fisico, è del resto un aspetto del pensiero errante.

Michael C. Corballis, The Wandering Mind, The University of Chicago Press (2015), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, no Fronteiras do Pensamento) Paul Bloom.

Tra quando mi si frustava e quando smisero di frustarmi

Nelle mie vene scorre sangue contadino, non son dunque le virtù contadine a farmi impressione. Al progresso ho creduto sin dall’infanzia, e non potevo non crederci, poiché la differenza tra quando mi si frustava e quando smisero di frustarmi, fu enorme. Le persone intelligenti, la sensibilità, la cortesia, lo spirito sottile, li ho sempre amati, e il fatto che la gente si stuzzicasse i calli o che le loro pezze da piedi mandassero un odore asfissiante mi lasciava del tutto indifferente, così come mi è indifferente che al mattino le signorine girino coi diavolini nei capelli. La filosofia tolstojana tuttavia mi commoveva fortemente, essa m’ha dominato per sei o sette anni; su di me influivano non tanto le sue tesi fondamentali, che conoscevo già da prima, quanto la sua particolare maniera d’esprimersi, il suo parlare per sentenze e, probabilmente, una specie d’ipnotismo. Ora invece qualcosa in me protesta; un ragionamento imparziale mi dice che c’è più amore per l’umanità nella forza elettrica e nel vapore, che nella castità e nell’astenersi dal mangiar carne.

Anton Čechov, Vita attraverso le lettere, traduzione di Gigliola Venturi e di Clara Coïsson, Einaudi (1989). Nella foto (Wikipedia) Anton Čechov e Lev Tolstoj a Jalta (1900).

E al roditore fu conferito lo status di pesce

Durante il Medioevo non era permesso mangiare la carne di alcuni animali durante la Quaresima, il periodo che commemorava quando Gesù, secondo la Bibbia, aveva trascorso quaranta giorni nel deserto. Dopo la colonizzazione europea delle Americhe, alcuni ecclesiastici venezuelani scrissero al Vaticano per chiedere se il capibara – la creatura dai piedi palmati e dal sapore di pesce – potesse essere classificata, appunto, tra i pesci. In tal modo avrebbero potuto continuare a mangiarlo durante la Quaresima. […] Nel 1784 il Vaticano accolse la loro richiesta nel 1784 e al roditore fu conferito lo status di pesce.
“Anche se la maggior parte della gente oggi pensa che il divieto riguardi il consumo di carne, la dieta non distingueva tanto i mammiferi e gli uccelli dai pesci, quanto gli organismi di terra da quelli acquatici”, ha spiega la storica dell’ambiente Dolly Jørgensen sul suo blog. “Così, anche altri animali che trascorrevano la propria esistenza nell’acqua erano qualificati come acquatici e potevano essere mangiati durante la Quaresima”.

James Felton, For Hundreds Of Years The Vatican Has Classed Capybara As A Fish, IFL (28/2/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) una famiglia di capibara in Brasile.

Una lotta per proteine ​​ad alte prestazioni

Secondo alcuni dei parametri presi in considerazione da Kuempel e colleghi, la produzione globale di polli è più efficiente, dal punto di vista ambientale, rispetto a quella di salmone. Complessivamente gli allevamenti di polli, rispetto a quelli di salmone, causano disturbi agli habitat dieci volte superiori, e con i nutrienti inquinano venti volte di più. Producono però una quantità di alimenti 55 volte maggiore, secondo quanto scoperto dai ricercatori. Questo è in parte dovuto al fatto che i polli impiegano appena 6-8 settimane a raggiungere la dimensione alla quale vanno al macello, mentre i salmoni per maturare hanno bisogno di 1-2 anni.
Tuttavia, Peter Tyedmers invita alla cautela nel confrontare gli impatti sulle acque e sulla terraferma. Se infatti le aziende agricole dislocano animali e piante autoctone dai propri habitat terrestri, la pesca tipicamente lascia molti organismi nell’acqua.
Sia i salmoni sia i polli sono, però, meno nocivi per il pianeta rispetto a tanti altri prodotti a base di carne, aggiunge Tyedmers. “Cercare di ridurre il tutto a una lotta per proteine ​​ad alte prestazioni è un esercizio pericoloso, quando l’alternativa è che la gente torni a mangiare carne di manzo”.

Giorgia Guglielmi, Farmed salmon and chicken have a global footprint —but the burden is concentrated, Nature (14/2/2023), traduzione L.V. Nell’illustrazione (Wikipedia) un salmone.

La vodka era buona, ma la carne era andata a male

Fino a qualche tempo fa la traduzione automatica da una lingua all’altra era oggetto di parecchie battute. Qualche lettore avrà forse sentito il racconto apocrifo del programma di traduzione russo-inglese che aveva preso la frase “lo spirito era ben disposto, ma la carne era debole” e l’aveva tradotta con “la vodka era buona, ma la carne era andata a male”. Al giorno d’oggi i programmi di traduzione potranno non produrre grande letteratura, ma sono adeguati per molti scopi. E lo stesso vale per tanti altri ambiti.

Paul Krugman, Does ChatGPT Mean Robots Are Coming For the Skilled Jobs?, The New York Times (6/12/2022), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) Paul Krugman.

Un dentista di Buffalo

La sedia elettrica è stata il frutto dell’ingegno di Alfred P. Southwick, un dentista di Buffalo che, un giorno del 1881, vide un uomo ubriaco inciampare e attaccarsi a un generatore elettrico. Southwick corse in soccorso dell’uomo, che però era già morto. La rapidità della morte gli fece pensare che l’elettricità potesse assicurare una fine più veloce e meno dolorosa rispetto all’impiccagione. Per il progetto della sedia elettrica, prese ispirazione dalla poltrona su cui sedevano i suoi pazienti nel suo studio di dentista. Dopo che Southwick aveva sperimentato il suo marchingegno su diversi animali randagi, una commissione statale aveva valutato trentaquattro metodi di esecuzione e aveva deciso che l’elettrocuzione era quello meno crudele. La realtà ha dimostrato il contrario, e il primo utilizzo della sedia elettrica, nel 1890, ha offerto un’anteprima delle numerose scene terribili del secolo successivo. William Kemmler, un uomo d’affari condannato per aver ucciso la propria ragazza con un’accetta, fu giustiziato nella prigione di Auburn a New York. Un rapporto del New York Herald aveva descritto il condannato dimenarsi per alcuni minuti, “finché la stanza si era riempita di odore di carne bruciata e più di un uomo forte era svenuto e caduto come un tronco sul pavimento”.

Jerome Groopman, Understanding the Body Electric, The New Yorker (6/12/2021), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) l’esecuzione di William Kemmler nel 1890.

Allenamento

È anche possibile che il vandalismo praticato dagli avvoltoi non abbia nulla a che fare con l’odore dei materiali. La mia spiegazione preferita per questo comportamento viene da Keith Bildstein, biologo ed esperto di conservazione dei rapaci, attualmente in pensione. Bildstein ha osservato lo stesso tipo di comportamento, di trazione e strappo, nel caracara striato delle Isole Falkland. Inoltre aveva sentito dire che i chea, i pappagalli di montagna della Nuova Zelanda che mangiano, tra le altre cose, pecore morte, vandalizzano allo stesso modo le auto parcheggiate. I movimenti del collo e la forza necessari a strappare pezzi di carne da una carcassa erano simili a quelli di cui ha bisogno un uccello per strappare guarnizioni e pneumatici – aveva osservato Bildstein. Non solo, ma l’elasticità e la densità dei muscoli e dei tendini delle carogne sono simili a quelle della gomma e delle guarnizioni. Ha ipotizzato che gli avvoltoi che rafforzano il proprio collo strappando qualsiasi oggetto muscolo-tendineo a portata di zampa (o di becco) potrebbero avere un vantaggio competitivo nella mischia di uccelli che si accalca per una mangiata di carcasse di gruppo. In altre parole, si tratta di allenamento.

Mary Roach, Fuzz – When Nature Breaks the Law, Norton (2021), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un pappagallo chea allena i muscoli del collo e del becco vandalizzando un’auto parcheggiata.

Il gusto per la carne umana

Perché una specie aggiorna il proprio menu? Che cosa era successo a Pauri Garhwal? Jim Corbett riteneva che la causa fosse stata la pandemia di influenza «Spagnola» del 1918. Talmente tante persone ne erano morte rapidamente, aveva scritto in The man-eating Leopard of Rudraprayag, che l’usanza funeraria indù di portare i corpi per la cremazione sulle rive del Gange fu per un certo tempo sostituita da un rito più espediente. Un carbone ardente veniva posto nella bocca del cadavere, e questo veniva quindi buttato giù lungo il pendio in direzione del fiume. Un leopardo se lo sarebbe mangiato rapidamente. Corbett aveva ipotizzato che fossero stati proprio quei corpi a dare ai carnivori del Garwhal il gusto per la carne umana.

Mary Roach, Fuzz – When Nature Breaks the Law, Norton (2021), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) Jim Corbett con il cadavere di un leopardo.

Il vino è molto meno dannoso

8 settembre 1939

Ogni nuova, necessaria restrizione bellica è preceduta da articoli sulla stampa quotidiana, che dimostrano che tali misure sono davvero propizie alla salute e al benessere del pubblico. Così, poco prima che la vendita del caffè fosse vietata, sono apparsi lunghi articoli medici, che descrivevano gli effetti deleteri del caffè sui nervi e sulla costituzione: “il vino è molto meno dannoso”. Il razionamento della carne è stato preceduto da articoli simili in lode del vegetarianismo; e ora, l’abolizione delle auto private è accompagnata da lunghi articoli inneggianti all’andare in bicicletta!

Iris Origo, A chill in the air, Pushkin Press (2017), traduzione L.V.