Più telefoni che servizi igienici

Nel 1947, l’anno in cui l’India ottenne l’indipendenza, i telefoni erano una rarità nella nazione; ce n’erano meno di centomila in tutto il Paese. Nei decenni che seguirono rimasero scarsi; ancora nel 1989 l’India aveva appena 4 milioni di telefoni per 850 milioni di abitanti. Tre quarti dei villaggi rurali non avevano alcun collegamento telefonico; il tempo di attesa ufficiale per una linea era di quasi quattro anni e, quando finalmente ne veniva installata una, il servizio era spesso pessimo.
Poi, improvvisamente, i telefoni hanno iniziato a squillare ovunque. Nel 1994 il Paese ha messo all’asta la prima tornata di licenze per telefonia mobile. Il modo in cui è stata gestita l’asta è stato considerato “disastroso”; ciò nonostante, c’è stata un’esplosione di telefoni cellulari. Alla fine del 2010, 600 milioni di indiani avevano un abbonamento. (Il censimento del 2011 ha rivelato che più famiglie avevano telefoni che servizi igienici). Nel 2015 gli abbonamenti alla telefonia mobile hanno raggiunto il miliardo. L’India ha di fatto saltato i telefoni fissi ed è passata direttamente ai cellulari, tramite un processo che ha preso il nome di “leapfrogging” o salto tecnologico.

Elizabeth Kolbert, Climate change from A to Z, The New Yorker (28/11/2022), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) Elizabeth Kolbert.

Ispirata ai ghepardi

Nel 1976 il ventunenne Van Phillips, quando era studente all’Arizona State University (ASU), ebbe un grave incidente di sci nautico che gli provocò l’amputazione della gamba sinistra sotto il ginocchio. Al posto della gamba gli fu messa una protesi standard e fu rimandato a casa.
“La odiavo”, aveva dichiarato a OneLife Magazine nel 2010. “Avevamo portato l’uomo sulla luna, e io ero qui con questa ciofeca. Dentro di me sapevo che avremmo potuto fare molto meglio”.
Così aveva lasciato l’ASU e si era iscritto alla Northwestern University, studiando nel Centro Protesico-Ortopedico. Si era così messo a progettare un modello migliore di protesi ispirata ai ghepardi e ai saltatori con l’asta. Anni più tardi, nel 2012, il mondo assisteva con stupore mentre il sudafricano Oscar Pistorius, utilizzando un modello di protesi basato sul design di Phillips, correva i quattrocento metri alle Olimpiadi di Londra.

Jeremy DeSilva, First Steps, HarperCollins (2021), traduzione L.V. Nella foto (Lemelson Center for the Study of Invention and Innovation) Van Phillips con la protesi che aveva inventato.

Questa vaccinazione dovrebbe essere diffusa ovunque

Nel XVIII secolo, mentre le epidemie di vaiolo devastavano le comunità, Caterina la Grande fu una delle prime persone in Russia ad accogliere favorevolmente un precursore delle vaccinazioni.
Il sostegno di Caterina per questa prima forma di vaccinazione è contenuto in una lettera venduta mercoledì scorso a un’asta a Londra per 1,3 milioni di dollari. In essa l’imperatrice incarica un generale governatore di garantire che il metodo di prevenzione del vaiolo, chiamato variolazione, fosse prontamente disponibile nella sua provincia.
Secondo una traduzione della lettera fornita dalla casa d’aste, Caterina, al pari di molti odierni capi di stato nel mondo, aveva cercato di diffondere nella popolazione la protezione contro una malattia infettiva che stava devastando il suo impero. “Questa vaccinazione dovrebbe essere diffusa ovunque”, aveva scritto, “tanto più che oggi, che ci sono medici o assistenti medici in quasi tutti i distretti, è assai più semplice fare ciò, anche alla luce del fatto che non richiede spese enormi”.

Amanda Holpuch, Catherine the Great Letter Supporting Inoculations Sells for $1.3 Million, The New York Times (29/11/2021), traduzione L.V. Nella foto (MacDougall’s Auctions) un ritratto di Caterina di Russia accanto alla lettera con la raccomandazione alla variolazione.