Come a un coltellino svizzero

Un insetto, in quanto artropode, è un animale modulare, formato da una successione di porzioni, chiamate «metameri», ognuna con delle appendici che possono assumere funzioni diverse: parti dell’apparato boccale, antenne, ali, zampe. Possiamo pensare a un insetto come a un coltellino svizzero dove trovate sempre lo strumento adatto per le diverse necessità.

Maurizio Casiraghi, Vite formidabili, Il Mulino (2024)

Tranne, curiosamente, i ricordi

Un bruco, dopo essere passato attraversato un numero prestabilito di crisalidi, cessa di essere se stesso e diventa una pupa. Si libera per l’ultima volta della propria pelle e sviluppa un guscio più duro. All’interno di questo guscio il suo corpo si dissolve. Quindi, da fasci di cellule chiamate dischi imaginali, prende forma un nuovo corpo. Da alcuni dischi si sviluppano le zampe, da altri le ali, da altri ancora i genitali e così via. La creatura che emerge non conserva quasi nulla del suo sé giovanile tranne, curiosamente, i ricordi.
Come modalità di vita, questa radicale trasformazione di tutto il corpo è antica. È apparsa attorno a trecentocinquanta milioni di anni fa, durante il Carbonifero. Come esattamente questo processo si sia evoluto è ancora oggetto di dibattito, ma si è dimostrato molto popolare. Subiscono una metamorfosi completa non solo le falene e le farfalle, ma anche i coleotteri, le mosche, le vespe, le pulci e i crisopidi.

Elizabeth Kolbert, The Little-Known World of Caterpillars, The New Yorker (20/3/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) una farfalla di Papilio troilus.

Il piccolo caporale

Napoleone era in viaggio per la Russia in quel momento – “all’apice della sua gloria”, aveva scritto Audubon, senza sapere che la gloria sarebbe presto svanita. Audubon chiamò la sua scoperta “Le Petit Caporal” poiché quel falco era piccolo e poiché Napoleone, alto un metro e sessantotto, era talmente basso che i suoi soldati lo avevano soprannominato “il piccolo caporale”. Nel disegno, eseguito con sicurezza, lo smeriglio sta eretto, con il suo profilo un po’ militare, su un palo di recinzione con le ali leggermente aperte, il petto allargato e ben in mostra e lo sguardo fisso sull’osservatore. Audubon aveva detto di averlo disegnato nella posizione in cui lo aveva scoperto per la prima volta. Se è così, la posa stessa, da sicurezza napoleonica, potrebbe aver suggerito l’associazione con l’imperatore francese.

Richard Rhodes, John James Audubon, Vintage (2006), traduzione L.V. Nella foto (Audubon Society), John James Audubon, “Le petit caporal”, plate n. 75, Birds of America.

La durata della vita

I biologi pensano che la durata della vita sia in gran parte determinata dall’anatomia e dalle abitudini e comportamenti tipici di una specie. Gli animali piccoli e altamente vulnerabili tendono a riprodursi rapidamente e muoiono non molto tempo dopo, mentre gli animali più grandi e quelli con difese sofisticate di solito si riproducono più tardi nella vita e vivono complessivamente più a lungo. Per esempio, gli uccelli che vivono a terra spesso vivono meno a lungo rispetto a specie dalle ali più forti, che nidificano sugli alberi e sono meno vulnerabili ai predatori. Le talpe senza pelo, che godono dei benefici cooperativi di gruppi sociali affiatati e della protezione offerta dalle tane sotterranee, vivono da cinque a dieci volte più a lungo di altri mammiferi di dimensioni simili.

Ferris Jabr, How Long Can We Live?, The New York Times (28/4/2021), traduzione L.V. Nella foto (Twitter) Ferris Jabr.

Non si accoppieranno mai più

Quello a cui sto assistendo è il volo nuziale di una specie di formica chiamata Lasius niger, la comune formica nera delle strade cittadine e dei giardini suburbani. Nelle ultime ventiquattr’ore le formiche operaie di tutta la città e della campagna hanno allargato i fori d’ingresso alle loro colonie sotterranee per renderli abbastanza grandi da far emergere le regine vergini alate. I fuchi maschi, anch’essi alati, si stanno già ammassando sul terreno, e mentre le regine prendono il volo, lasciando dietro di sé una scia di feromoni, i fuchi le inseguono nell’aria. Le regine portano i propri inseguitori sempre più in alto, in cerca di maschi sufficientemente forti da raggiungerle. Si accoppieranno, a volte con pochi maschi diversi di colonie diverse, in brevi incontri casuali che preannunciano la nascita di piccoli imperi. Al loro ritorno a terra i fuchi muoiono, mentre le regine si strappano le ali e cercano un posto dove dare inizio a un nuovo nido. Sebbene queste regine possano vivere altri trent’anni, non si accoppieranno mai più. Per ogni uovo fecondato che deporranno nel resto della loro vita, avranno utilizzato lo sperma immagazzinato nei loro corpi in quell’unica ascesa in un pomeriggio estivo.

Helen Macdonald, Vesper Flights, Jonathan Cape (2020), traduzione L.V.

Come il luccichio di milioni di occhi

d917db788308ff34f7359f1da13219b5_w600_h_mw_mh_cs_cx_cyAli, ali, ali! Come descrivere le loro sinuosità, le loro sfumature? Erano tutte possenti e soffici – fulve, purpuree, di un turchino intenso, di un nero vellutato con uno spolverio fiammeggiante sul margine tondo delle piume incurvate. Quelle nuvole scoscese svettavano imperiose sulle spalle luminescenti degli angeli; ogni tanto uno di loro, colto da una sorta di meraviglioso raptus, come se non potesse trattenere l’esultanza, all’improvviso, per un solo istante, dispiegava la sua bellezza alata, ed era come uno sprazzo di sole, come il luccichio di milioni di occhi.

Vladimir Nabokov, Una bellezza russa e altri racconti, traduzione di Franca Pece, Ugo Tessitore, Dmitri Nabokov, Anna Raffetto, Adelphi (2008)

 

Il modo in cui il leopardo si è riempito delle sue macchie

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl brillante e tragicamente calunniato Alan Turing (1912-54) fu forse il primo a indebolire i racconti del presumibilmente bruttissimo Esopo (629-565 a.C., ammesso che sia mai esistito), e a dimostrare che il trattamento matematico delle onde per la diffusione di sostanze chimiche in contenitori di varie forme, forme come quella di un leopardo, per esempio, spiega i motivi del pelame degli animali, incluso il modo in cui il leopardo e la giraffa si sono riempiti delle loro macchie, la zebra delle sue striature, e le farfalle delle intricate bellezze delle loro ali. Perfino la proboscide dell’elefante è nata da un’onda di sostanze chimiche che si è diffusa nell’embrione precoce, secondo leggi matematiche espresse sotto forma di equazioni e delle loro soluzioni.

Peter Atkins, Conjuring the universe, Oxford University Press (2018), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un leopardo.

 

Quando la tua preda è sott’acqua e non può sentirti arrivare

Pel's fishing owl, Scotopelia pel, at uMkhuze Game Reserve, kwaZQuando un gufo ci vola sopra la testa, i battiti misteriosamente silenziosi delle sue ali sembrano di un altro mondo, e i gufi sono stati a lungo associati a mitologie spirituali. Ma non c’è nulla di soprannaturale nel volo dei gufi: semplicemente le loro ali dividono l’aria in modo diverso dagli altri uccelli. Le piume dei gufi presentano delle estensioni a sbalzo sui bordi anteriore e posteriore che riducono la turbolenza sulle singole piume e sull’intera ala, aumentando l’efficienza ma, cosa più importante, attenuando il rumore del loro avvicinamento. Questo volare furtivo offre ai gufi un vantaggio cruciale nei confronti delle loro prede, altri uccelli e mammiferi diffidenti, dalle orecchie acuminate. (In un’elaborazione ordinata e soddisfacente dell’evoluzione, la civetta pescatrice non presenta queste piume modificate: non c’è bisogno di volare silenziosamente quando la tua preda è sott’acqua e non ti può sentire arrivare!).

Thor Hanson, Feathers, Basic Books (2011), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) una civetta pescatrice.

Ma gli uccelli che desideravo

downloadAll’improvviso, senza nessunissimo motivo particolare, provai un’immensa compassione per lui e una gran voglia di dirgli qualcosa di reale, qualcosa che avesse un cuore e due ali, ma gli uccelli che desideravo mi si posarono sulle spalle e sul capo solo più tardi, quando ormai ero solo e non avevo più bisogno di parole.

Vladimir Nabokov, La vera vita di Sebastian Knight, traduzione di Germana Cantoni De Rossi, Adelphi (1992)