Nel complesso l’attuale tecnologia di A.I. è loquace e cerebrale, ma inciampa ai confini del mondo fisico. “Qualsiasi adolescente può imparare a guidare un’auto in venti ore di pratica, con una minima supervisione”, mi ha detto Yann LeCun. “Qualsiasi gatto è in grado di saltare su una serie di mobili per arrivare in cima a qualche scaffale. Noi oggi non abbiamo alcun sistema di A.I. che si avvicini minimamente a fare cose di questo genere, a eccezione delle auto a guida autonoma”. Ma si tratta di macchine sovra-ingegnerizzate che richiedono “la mappatura di intere città, oltre a centinaia di ingegneri e centinaia di migliaia di ore di formazione”. Risolvere i complicati problemi dell’intuizione fisica “sarà la grande sfida del prossimo decennio”, ha affermato LeCun. L’idea di base è però semplice: se i neuroni possono farlo, allora potranno farlo anche le reti neurali.
Joshua Rothman, Why the Godfather of A.I. Fears What He’s Built, The New Yorker (20/11/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, Jérémy Barande, Ecole polytechnique Université Paris-Saclay) Yann LeCun.