Brian Hare, a cui a dispetto del cognome piace essere conosciuto come un cinofilo, suggerisce che i cani si siano evoluti da branchi di lupi che cercavano cibo tra i rifiuti lasciati dagli esseri umani. Quelli che avevano maggiori probabilità di sopravvivere erano, sempre secondo Hare, gli animali che avevano meno paura del contatto con i membri della nostra specie e che si sono via via trovati a proprio agio in presenza di esseri umani. Nelle parole di Hare, si è trattato della “sopravvivenza del più amichevole”.
Michael C. Corballis, The Wandering Mind, The University of Chicago Press (2015), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, PopTech) Brain Hare.