Contro la pratica borghese di usare le balie

Tra tutte le specie che Linneo si proponeva di definire, la più problematica in assoluto, ai suoi tempi come ai nostri, era Homo sapiens. Nelle tassonomie precedenti noi esseri umani godevamo di una categoria a parte, moralmente superiore e ontologicamente distinta da tutti gli altri animali. Ciò aveva infastidito Linneo, che aveva riconosciuto le ampie somiglianze tra noi e le scimmie. Di conseguenza, nelle edizioni successive del “Systema Naturae”, collocò gli esseri umani tra i primati, nell’appena creata categoria dei mammiferi. (Quella categoria aveva sostituito i quadrupedi dopo che Linneo, che nel tempo libero faceva pressioni contro la pratica borghese di usare le balie, stabilì che allattare i piccoli era una distinzione più importante che possedere quattro zampe). Quella classificazione andava contro l’annosa insistenza cristiana sul fatto che gli esseri umani fossero classificati al di sopra degli altri animali anziché tra di loro. Sebbene Linneo fosse lui stesso un devoto luterano, non rinunciò mai alla sua convinzione su quale fosse il nostro posto nell’ordine delle cose. Coloro tra i suoi compatrioti che hanno letto la sua “Fauna Svecica” saranno forse rimasti sorpresi dal fatto che Linneo, nella sua relazione della fauna della Svezia, vi avesse incluso gli svedesi.

Kathryn Schulz, How Carl Linnaeus Set Out to Label All of Life, The New Yorker (21/8/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia, National Portrait Gallery of Sweden) Alexander Roslin, Carl von Linné (1775).

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