Abbandonare coloro che non muoiono abbastanza in fretta

Negli anni Settanta Lynn ha lavorato in uno dei primi hospice degli Stati Uniti. All’epoca la maggior parte dei pazienti era malata di cancro e moriva nel giro di poche settimane; le indicazioni sul massimo di sei mesi di ricovero era stata originariamente pensata per questo tipo di esigenze. Oggi la maggior parte dei pazienti degli hospice soffre di patologie croniche, tra cui malattie cardiache e demenze. Inoltre alcuni di loro, indipendentemente dal fatto che abbiano davanti sei mesi o sei anni di vita, dipendono dall’hospice per le cure domiciliari e altri servizi alla persona che altrimenti non sarebbero disponibili. Tuttavia, dato il sistema attuale, via via che il numero di pazienti con prognosi ambigue aumenta, i fornitori di questi servizi (inclusi quelli etici) sono sotto pressione finanziaria per abbandonare coloro che non muoiono abbastanza in fretta. È una tipica mancanza di immaginazione americana il fatto che le persone che soffrono di un declino terribile ma imprevedibile vengano date per morte e abbandonate in fin di vita.

Ava Kofman, How Hospice Became a For-Profit Hustle, The New Yorker (5/12/2022), traduzione L.V.

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