Mi han chiesto perché ero grassa e se ero ancora vergine


Con Graziella tornai alla mia casa di un tempo perché non sapevo dove andare e lì, brutte e stracciate come eravamo, mi ricordo il portinaio che ci respinse, “Via via le zingare”. Non mi aveva riconosciuto, allora io lo supplicai e gli dissi, “Antonio”, io mi ricordavo che si chiamava Antonio, “sono Liliana Segre, che abitavo al terzo piano, e lui, tutto esterrefatto, chiamò giù gli inquilini, quelli che non ci avevano più guardato e quelli che invece ci avevano guardato.
E così fu la famiglia Gatta, che stava al primo piano e aveva due figlie con le quali giocavo in cortile. Mi portarono a casa loro, dove feci il bagno dopo tanto tempo, mi rivestii di vestiti delle figlie.
E incontrai dopo poco i miei zii che erano sopravvissuti e i miei nonni materni che si erano salvati a Roma in un convento, che vennero.
E il loro disgusto nei miei confronti fu così terribile, perché mi avevano lasciato la ragazzina della fotografia del maggio-giugno ’43 e ritrovavano due anni e mezzo dopo questa rozza, selvaggia, grassa, brutta, che diceva parolacce e non sapeva più stare a tavola.
E fu così tremendo vedere che loro che mi volevano bene e che erano persone buone, con le quali poi ho vissuto finché non mi sono sposata, che non riuscivano al momento a celare la loro delusione e mi dissero, ma come mai sei grassa? E io dico, ma di tante cose che mi possono chiedere, un mondo che mi potevano chiedere, mi han chiesto perché ero grassa e se ero ancora vergine.

Liliana Segre, Binario 21, con Fabio Fazio, Rai Uno (27/1/2023). Nella foto (Wikipedia) Liliana Segre nel 1948.

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