Con veli che odorano di rosolio e di spezie

L’aria dell’Iran e quella dell’India sono indicibilmente diverse. E non parlo di aria in senso generico; no, sto parlando proprio di aria fisica, miscela della miscela di gas che respiriamo. In Iran è secca asciutta, frizzante, leggera, scherzosa: qui, appena scendi, l’aria ti abbraccia e ti soffoca come una zia troppo grassa affettuosa e dolciastra, con veli che odorano di rosolio e di spezie, di cucina e di tempio. Non sai proprio se restare commosso o leggermente disgustato. Poi la vasta zia India ti consola subito con un indescrivibile tramonto. In Iran il sole discende castamente oltre il filo dei monti di zaff color turchese; qui ogni tramonto è un empireo del Barozzi, un’orgia di barocco, la scena per un dramma di dèi.

Fosco Maraini in una lettera alla figlia Toni, citata in Toni Maraini, La lettera da Benares, Sellerio (2007)

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