Kubrick abbandonò l’idea di girare The Aryan Papers dopo avere appreso che Spielberg stava facendo un film sull’Olocausto, Schindler’s List. Aveva stimato che i due film sarebbero usciti all’incirca nello stesso periodo e non voleva che fossero in competizione. Ma dovevano esserci anche altre ragioni. Christiane ha ricordato che Stanley era sempre più depresso e turbato dall’argomento. “Se uno mostra le atrocità come sono realmente accadute”, ha detto Christiane anni dopo, “ciò comporta la totale distruzione degli attori. Stanley non era in grado di spiegare i motivi delle uccisioni. Diceva: ‘Morirò per questo, e anche gli attori ne moriranno, per non parlare del pubblico’”. Una scena nella sceneggiatura principale, datata 5 ottobre 1992, che descrive alcune donne violentate dai collaboratori ucraini dei nazisti, fa capire quanto sarebbe stato difficile girare The Aryan Papers: “Le violentavano pubblicamente, singolarmente, in gruppo, per terra, appoggiandole contro le pareti distrutte delle case. Alcune donne venivano fatte inginocchiare, i soldati le tenevano da dietro per i capelli, e nelle loro bocche spalancate entrava un pene dopo l’altro”.
David Mikics, Stanley Kubrick – American Filmmaker, Yale University Press (2020), traduzione L.V.