E da quel giorno il pesce San Pietro ebbe un’indole docile

Questo pesce che i pescatori greci chiamano Christopsaro, il «pesce di Cristo», si racconta che un tempo, in epoche trascorse, fosse un gran mostro marino. Seminava il terrore nel Mediterraneo prima di Cristo. Che Iddio proteggesse un Fenicio dal cadere in mare! Sarebbe stato perduto… Non si contano le galee cartaginesi e le barche da pesca dei figli d’Israele che il mostro fece colare a picco. Tagliava, tranciava, lacerava, sminuzzava, forzava, strappava, squarciava, stirava, riduceva a brandelli. Il più ardito corsaro del Mediterraneo, impavido e temerario di fronte a uomini, animali, tempeste, saette, nubifragi, sciagure, tormenti, impallidiva come uno straccio solo a sentire il nome di quel pesce.
Un giorno Gesù, camminando in riva al mare, vide dei pescatori in preda al terrore che abbandonavano le barche e fuggivano. Quando chiese loro che cosa stesse succedendo, quelli risposero: «Misericordia, pietà! Salvaci da questo mostro! Ha fatto schegge delle nostre barche, ha sbranato i nostri compagni… Ma il peggio è che non possiamo più pescare e la fame ci divora!».
E Gesù, scalzo e a capo scoperto, come una zucca, avanzò nel mare e andò dove era un gran ribollire di quei mostri. Agguantò il più grosso con le mani dalle lunghe dita e lo tirò fuori dall’acqua. Lo strinse forte tra due pollici, si chinò verso di lui e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio… E da quel giorno il pesce San Pietro ebbe un’indole docile, povera creatura, nonostante l’aspetto terribile.
Sparse sul corpo, presenta protuberanze simili a chiodi, asce, tenaglie, seghe, lime, con aculei a metà fra la lisca e l’osso. Forse per via di tanta attrezzatura in turco è detto anche «pesce carpentiere».

Sait Faik Abasıyanık, Un uomo inutile, traduzione di Giampiero Bellingeri, Fabrizia Vazzana, Adelphi (2021). Nell’illustrazione (Wikipedia) un pesce San Pietro.

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