In quegli anni avevo un nuovo amico: Giancarlo Bizzi. Non mi ricordo più come ci siamo incontrati, ma è stato un rapporto folgorantemente iniziatore di cultura musicale e letteraria. Lui avversava Wagner e i tardo-romantici e prediligeva Brahms e Stravinskij. Mi ha anche introdotto a Thomas Mann. Passavamo serate fino a tardi in macchina, davanti alla sua casa in via Pompeo Magno, conversando senza fine; era profondo e geniale. Poi nella vita ci siamo persi – uno smette di chiamare e l’altro non richiama -, ma lui ha acceso in me tante fiammelle, che ancora traballano.
Andrea Carandini, L’ultimo della classe, Rizzoli (2021)