I bianchi semplicemente non esistevano

David Reich riconosce che i genetisti devono stare attenti al modo in cui discutono dei propri studi. Ma, a parte “un piccolo nucleo di luddisti che vorrebbe spaccare le nostre macchine”, Reich ha detto che la maggior parte degli archeologi e degli antropologi accoglie con favore le informazioni che emergono dalla ricerca genetica. Nelle nostre conversazioni Reich ha sottolineato come le scoperte dei genetisti siano state spesso sorprendenti e abbiano fatto saltare parecchi stereotipi. “Più di una volta mi sono trovato ad ammettere che i miei stessi pregiudizi e aspettative erano sbagliati”, ha commentato. “Questo dovrebbe farci a capire che le storie che ci raccontiamo sul nostro passato sono spesso molto diverse dalla realtà e che converrebbe essere umili al riguardo”. Quando gli ho chiesto degli esempi, ha menzionato l’origine dei “bianchi”, ovvero delle persone dalla pelle chiara provenienti dall’Europa e da parte dell’Asia occidentale. Reich supponeva (come la maggior parte degli scienziati) che i bianchi costituissero una discendenza stabile che si era diffusa in tutta l’Eurasia occidentale decine di migliaia di anni fa, stabilendo una popolazione relativamente omogenea. Le sue ricerche hanno invece dimostrato che fino a ottomila anni fa c’erano almeno quattro gruppi distinti di europei, geneticamente diversi l’uno dall’altro come lo sono oggi gli inglesi dai cinesi, alcuni scuri di pelle. Come mi ha scritto in una e-mail, “attorno a 8000 anni fa i ‘bianchi’ semplicemente non esistevano”.

Douglas Preston, The Skeletons at the Lake, The New Yorker (14/12/21), traduzione L.V.

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