Di un azzurro che non finisce

Apus_apus_01Nelle calde sere d’estate, i rondoni che non stanno covando le uova o badando ai loro piccoli volano bassi e veloci, urlando in stormi in corsa intorno ai tetti e alle guglie. Più tardi si radunano più in alto nel cielo, i loro richiami così attenuati dall’aria e dalla distanza che all’orecchio si corrompono in qualcosa che sembra meno del suono, in un sospetto di polvere e vetro. E poi, all’improvviso, come convocati da un richiamo o da una campana, tacciono e si alzano sempre più in alto fino a scomparire alla vista. Queste ascensioni sono chiamate voli vespertini, dal latino vesper che significa sera. I vespri sono appunto le preghiere devozionali della sera, le ultime e le più solenni della giornata, e ho sempre pensato che “voli vespertini” sia un’espressione bellissima, di un azzurro che non finisce. Molte volte ho provato a seguirli in questi voli, ma il buio diventa sempre troppo profondo, o loro fanno giri troppo larghi e distanti nel cielo per non perderli.

Helen Macdonald, The Mysterious Life of Birds Who Never Come Down, The New York Times (29/7/2020) traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) un rondone.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.