Probabilmente provenivano da una lucertola gigante

Nel diciassettesimo secolo Robert Plot, naturalista e primo conservatore dell’Ashmolean Museum di Oxford, descrisse un fossile proveniente dalla Svizzera che sembrava essere l’osso della coscia di una creatura molto grande – forse, ipotizzò, uno degli elefanti che i Romani avevano montato quando avevano conquistato la Britannia. Quasi cento anni più tardi Richard Brookes, un medico inglese, riconsiderò il disegno dettagliato che Plot aveva fatto del fossile e gli diede un nome scientifico che corrispondeva a quello che credeva fosse: Scrotum humanum, lo scroto di una gigantesca creatura simile a un essere umano. Decenni dopo William Buckland, un naturalista, osservò il fossile e altre ossa trovate nella zona e concluse che probabilmente provenivano da una lucertola gigante che chiamò Megalosaurus, un nome ancora in uso oggi.

Rivka Galchen, Reinventing the Dinosaur, The New Yorker (13/11/2023), traduzione L.V. Nella foto (Wikipedia) frammenti di Megalosaurus al dell’Ashmolean Museum di Oxford.

Con altri pezzi di ricambio

Figlio di un meccanico d’auto della periferia di Londra, il dottor Calne si era chiesto a lungo come mai gli organi danneggiati, al pari di un carburatore difettoso, non potessero essere sostituiti con più nuovi pezzi di ricambio. Quando era studente, all’inizio degli anni Cinquanta, gli era stato ripetuto più volte che ciò non sarebbe mai stato possibile.
Ciò nonostante perseverò, svolgendo ricerche nel tempo libero che gli lasciava il suo incarico di istruttore di anatomia all’Università di Oxford e successivamente di professore e primo direttore del dipartimento di chirurgia all’Università di Cambridge.
È stata dura. Lavorando spesso con maiali e cani, che morivano quasi tutti subito dopo l’intervento chirurgico, il dottor Calne attirò su di sé le ire dei difensori dei diritti degli animali. Qualcuno – sospettava un attivista – una volta aveva lasciato una bomba davanti alla sua porta di casa; Il dottor Calne aveva chiamato le autorità, che l’avevano fatta esplodere in sicurezza.
Per inibire la risposta immunitaria all’inizio aveva provato a usare radiazioni su tutta l’estensione del corpo, una procedura che aveva ucciso praticamente tutti i suoi soggetti, compresi alcuni esseri umani. Decise infine di passare all’uso di farmaci, iniziando con uno usato contro la leucemia che si chiama 6-mercaptopurina.
Eseguì il primo trapianto di fegato riuscito in Europa, nel 1968, un anno dopo che il chirurgo Thomas E. Starzl aveva completato negli Stati Uniti la prima procedura di questo tipo al mondo.
Il trapianto di organi restava però un tipo di intervento raro e pericoloso. Ma all’inizio degli anni Settanta il dottor Calne venne a conoscenza di un nuovo farmaco, la ciclosporina. Lui e la sua équipe avevano iniziato a testare la possibilità di utilizzarlo come immunosoppressore e si erano presto resi conto che il farmaco poteva essere la soluzione economica ed efficace che stavano cercando.
Il tasso di sopravvivenza ai trapianti di rene a un anno dall’intervento salì rapidamente dal 50 all’80 per cento, e verso la metà degli anni Ottanta il numero di ospedali in tutto il mondo che offrivano interventi di trapianto era passato da qualche dozzina a più di mille.

Clay Risen, Roy Calne, Pioneering British Organ-Transplant Surgeon, Dies at 93, The New York Times (15/1/2024), traduzione L.V. Nella foto (Royal Papworth Hospital, famiglia Calne) Sir Roy Calne.

Qui è cominciata la sua ricerca sulle batterie

Come ha scritto nel libro delle sue memorie, “Witness to Grace” (2008), John B. Goodenough è stato il figlio indesiderato di un professore agnostico di religione della Yale University e di una madre con cui non ha mai legato. Senza amici tranne tre fratelli, un cane e una domestica, è cresciuto in solitudine, affetto da dislessia in una famiglia emotivamente distante. Mandato in collegio a 12 anni, di rado ha ricevuto notizie dai genitori.
Con pazienza, aiuto psicologico e intensi sforzi per migliorarsi, ha superato le sue difficoltà di lettura. Ha studiato latino e greco in collegio a Groton e ha poi perfezionato la matematica alla Yale University, la meteorologia nell’aeronautica militare durante la Seconda guerra mondiale e la fisica con Clarence Zener, Edward Teller ed Enrico Fermi all’Università di Chicago, dove ha conseguito il dottorato nel 1952.
Al Lincoln Laboratory del MIT, negli anni ’50 e ’60, è stato membro di gruppi di ricerca che hanno contribuito a gettare le basi per la memoria ad accesso casuale (RAM) dei computer e ha inoltre sviluppato piani per il primo sistema di difesa aerea della nazione. Nel 1976, quando si erano esauriti i finanziamenti federali per il suo lavoro al MIT, si è trasferito a Oxford per insegnare e per gestire un laboratorio di chimica. Qui è cominciata la sua ricerca sulle batterie.

Robert D. McFadden, John B. Goodenough, 100, Dies; Nobel-Winning Creator of the Lithium-Ion Battery, The New York Times (26/6/2023), traduzione L.V.

Poco interessato al denaro

Il professor Goodenough non ha ricevuto royalties per il suo lavoro sulla batteria agli ioni di litio, ma solo lo stipendio di sei decenni da scienziato e professore presso il Massachusetts Institute of Technology e le università di Oxford e del Texas. Poco interessato al denaro, ha rinunciato alla maggior parte dei diritti. Ha condiviso i propri brevetti con i colleghi e ha donato gli onorari associati ai premi che ha ricevuto alla ricerca e alla creazione di borse di studio.

Robert D. McFadden, John B. Goodenough, 100, Dies; Nobel-Winning Creator of the Lithium-Ion Battery, The New York Times (26/6/2023), traduzione L.V.

Isaac Newton fu uno degli studenti rimandati a casa

GodfreyKneller-IsaacNewton-1689La guerra e gli sconvolgimenti sociali accelerarono la diffusione della peste, che era scoppiata diversi anni prima in Olanda. Il re, quando non mostrava pubblicamente le teste mozzate dei suoi nemici, era investito nel progresso scientifico e aveva sancito la fondazione della Royal Society of London for Improving Natural Knowledge, una veneranda istituzione conosciuta oggi con il nome di The Royal Society.
Fu molto probabilmente grazie all’interesse del re per la scienza che i rappresentanti del governo e i medici misero rapidamente in atto i metodi di distanziamento sociale per contenere la diffusione del contagio. Carlo II emise un editto ufficiale nel 1666 con cui vietò tutti gli incontri pubblici, compresi i funerali. A Londra i teatri erano già stati chiusi e le licenze ridotte per i nuovi pub. Oxford e Cambridge fermarono le attività.
Isaac Newton fu uno degli studenti rimandati a casa, e la sua famiglia era tra quelle, ricche, che erano potute fuggire dalle città per rifugiarsi nelle case di campagna. Trascorse l’anno della peste nella tenuta di famiglia, girando attorno alle idee fondanti dell’analisi matematica.

Annalee Newitz, What Social Distancing Looked Like in 1666, The New York Times (29/3/2020), traduzione L.V. Barrington Bramley, Ritratto di Isaac Newton (1992), copia da Godfrey Kneller (1646–1723), Università di Cambridge (Wikipedia).