Deaton ha mostrato che la grande fuga in avanti è stata accompagnata da un’altra tendenza, che è oggi conosciuta come “il grande divario”. Negli ultimi due secoli, mentre i progressi nelle condizioni generali hanno aumentato l’aspettativa di vita all’interno delle nazioni più ricche, l’aspettativa di vita media in quelle più povere – quelle che hanno sopportato l’urto dell’imperialismo, dell’estrazione di risorse e delle malattie imposte dai ricchi – si è ridotta. Infine la durata media della vita si è allungata in tutto il mondo, riducendo il divario, ma si è comunque estesa significativamente di più per alcuni individui, in alcuni luoghi, che in altri e per altri. “Di tutte le forme di disuguaglianza”, aveva detto Martin Luther King Jr. nel 1966, quando il divario era ormai radicato, “l’ingiustizia nell’ambito della salute è la più terribile e disumana”. Perfino nelle moderne città americane, le persone nate in quartieri poveri possono aspettarsi di vivere fino a trent’anni di meno rispetto alle persone nate in quartieri benestanti dall’altra parte della città. E questi erano i numeri prima che la pandemia di Covid-19 ampliasse ulteriormente le nostre grandi differenze.
Brooke Jarvis, We’ve Had Great Success Extending Life. What About Ending It?, The New Yorker (17/5/2021). Nella foto (Wikipedia) Martin Luther King Jr.