Il grande divario

Deaton ha mostrato che la grande fuga in avanti è stata accompagnata da un’altra tendenza, che è oggi conosciuta come “il grande divario”. Negli ultimi due secoli, mentre i progressi nelle condizioni generali hanno aumentato l’aspettativa di vita all’interno delle nazioni più ricche, l’aspettativa di vita media in quelle più povere – quelle che hanno sopportato l’urto dell’imperialismo, dell’estrazione di risorse e delle malattie imposte dai ricchi – si è ridotta. Infine la durata media della vita si è allungata in tutto il mondo, riducendo il divario, ma si è comunque estesa significativamente di più per alcuni individui, in alcuni luoghi, che in altri e per altri. “Di tutte le forme di disuguaglianza”, aveva detto Martin Luther King Jr. nel 1966, quando il divario era ormai radicato, “l’ingiustizia nell’ambito della salute è la più terribile e disumana”. Perfino nelle moderne città americane, le persone nate in quartieri poveri possono aspettarsi di vivere fino a trent’anni di meno rispetto alle persone nate in quartieri benestanti dall’altra parte della città. E questi erano i numeri prima che la pandemia di Covid-19 ampliasse ulteriormente le nostre grandi differenze.

Brooke Jarvis, We’ve Had Great Success Extending Life. What About Ending It?, The New Yorker (17/5/2021). Nella foto (Wikipedia) Martin Luther King Jr.

Violenza disumana

cover_161128-400A un certo punto uno scienziato del Los Alamos National Laboratory aveva costruito uno sgradevole robot simile a un millepiedi, progettato per sminare i campi strisciando in avanti finché tutte le gambe fossero state portate via dalle esplosioni. Durante un test di prova, in Arizona, un colonnello dell’esercito aveva dato l’ordine di interrompere l’esercitazione perché – riportava il Washington Post – aveva trovato la violenza inflitta al robot “disumana”.

Nathan Heller, Not our kind, The New Yorker (28/11/2016), traduzione L.V. Nella foto (CBC) HitchBOT in Canada.